Firenze – “Dobbiamo porre grande attenzione anche in Toscana” ha detto il consigliere regionale Marco Manneschi durante l’incontro che si tiene oggi a Firenze organizzato da “Il Popolo Toscano” con la testimonianza di Pino Masciari, imprenditore edile collaboratore di giustizia che ha denunciato intimidazioni e minacce vivendo per molti anni sotto uno speciale programma di protezione.
“Anche ingenuamente, le pubbliche amministrazioni possono favorire il riciclaggio di denaro sporco. Mi riferisco ad esempio alla vicenda della costruzione e gestione di una piscina a due piani ad Altopascio, dove sono riscontrabili elementi di poca trasparenza su cui fare chiarezza: una ditta di Caserta indagata per traffico illecito di rifiuti che ha vinto la gara di appalto in project financing con un amministratore delegato liquidatore della ditta stessa; il Comune che, nonostante l’evidente situazione di difficoltà dell’azienda, procede ad approvare definitivamente gli atti che prevedono un costo di 1.600.000,00 € ca a carico del Comune e di 4.600.000,00 a carico della società.
Altopascio è una piccola cittadina situata a poco più di 10km da Montecatini Terme, piena di piscine termali, per cui appare difficile che gli oneri per la progettazione, costruzione e gestione di una piscina possano essere garantiti dagli incassi.
Si tratta di un’operazione che presenta alcuni lati oscuri e in parte evidenziati da un consigliere comunale con diverse interrogazioni, mi sento perciò di consigliare il Sindaco a riflettere attentamente sul da farsi. Anche perché queste sono le classiche situazioni nelle quali in futuro potrebbero aprirsi dei varchi per favorire il riciclaggio di denaro”
In Toscana ci sono 35 organizzazioni mafiose già censite, perché tratte a giudizio, tutte con sede operativa in Toscana. E il dato sicuramente non è esaustivo.
Organizzazioni che nella Toscana della crisi produttiva stanno facendo affari d’oro, avendo lasciato il controllo della prostituzione e dello spaccio minuto della droga alle mafie straniere. Pochi se ne accorgono perché, salvo alcune zone (Prato, parte della Valdinievole e Versilia, Valdarno aretino) le mafie non puntano (per il momento) al controllo del territorio, essendo più interessate a fare affari e quindi a servirsi di mezzi non violenti, che non destano allarme sociale.
Il potere corruttivo del denaro non è meno violento di quello delle armi, perché quando la mafia si impadronisce di una ditta “infettandola” per “lavare” i soldi sporchi la rende concorrenziale rispetto alle ditte “sane”. E si tratta sempre di una feroce concorrenza sleale che si svolge nel silenzio generale. La mafia dei colletti bianchi non uccide le persone, uccide l’economia legale, uccide le imprese che rispettano le leggi, uccide le libertà economiche, infetta irrimediabilmente tutta la società. E tale penetrazione è tanto più subdola quando viene portata avanti senza clamore.