Firenze – Domani 19 ottobre un nuovo corteo attraverserà la città. Per pregare, chiedere, pretendere che chi riveste un ruolo istituzionale non si arresti alle parole ma passi alle azioni concrete. La guerra ai curdi di Erdogan va fermata. Il tentativo di spazzare via insieme un problema politico, una rivoluzione sociale, un popolo intero, il baluardo fisico e spirituale contro il Daesh, va stoppato. E’ questo, in sintesi ciò che si chiede.
L’appello del portavoce della comunità curda in Toscana Erdal Karabey è accorato e pieno di fierezza ed esplora la guerra in corso sia nelle sue motivazioni geopolitiche che sociali. Intanto, l’attacco di Erdogan ha come obiettivo l’indebolimento globale del movimento curdo, dalla Siria alla Turchia e serve per motivazioni insieme territoriali e interne: Erdogan cerca di fare fronte contro il dissenso ricompattando l’ala nazionalista turca al governo con l’individuazione del nemico nel PKK e nel movimento curdo di liberazione. Una condotta, quella della Turchia, resa possibile anche dalla pavidità dell’Europa da un lato, dalla posizione statunitense che ha aperto la via all’aggressione, e anche da una politica russa che si mostra tiepida nei confronti della Turchia.
Ma al di là di ogni pur dovuto ragionamento geopolitico, è il popolo curdo che sta subendo il massacro. Fra le accuse mosse, anche l’utilizzo, con le foto diffuse in questi giorni, di bombe al fosoforo. Ma è la dimensione civile di questa guerra a impressionare. Oltre tremila morti civili, una valanga di curdi che fuggono ingrossando l’esercito dei profughi.
“Non lasciate solo il popolo curdo – dice Karabey – l’Europa si faccia sentire, facendo pressione su Ankara. Tutto il mondo deve farsi sentire”. E con le milizie turche torna la grande ombra sull’Occidente, i vessilli neri del califfato.
Quanto all’Italia, oggi i ragazzi di Fridays For Future hanno protestato sotto le finestre della Leonardo-Finmeccanica, a Campi. Sotto accusa, la condotta italiana, che a parole condanna, ma non interrompe, come richiesto da più parti, il flusso di armi verso la Turchia. Nessuna interruzione del business finanziario per Unicredit e Intesa San Paolo, sottolineano la comunità curda con il coordinamento toscano, ricordando le commesse turche per Impregilo, Alenia e Beretta spa. “E attraverso la missione NATO Active Fence dispiega militari italiani a protezione dello spazio aereo degli aggressori turchi”.
Da parte dei consiglieri comunali di Spc Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, giunge un altro monito: “E’ un paradosso condannare l’aggressione della Turchia contro i curdi e non ricnoscere i loro movimenti di liberazione”.
Domani, sabato 19 ottobre, il corteo regionale dunque attraversa la città. Concentramento alle ore 15 in Piazza Santa Maria Novella.
Foto: Erdal Karabey (portavoce della comunità kurda in Toscana), Alessandro Orsetti (padre di Lorenzo Orsetti), Cecilia Soldino (attivista solidale appena rientrata dalla Siria) e Dmitrij Palagi (Consigliere comunale Sinistra Progetto Comune).
Foto interna: Fridays for Future