Manifestazione Fight/Right, forte partecipazione da Firenze

Firenze – Fight/Right, Diritti senza Confine: il popolo dei diritti scende in piazza, e a Roma sono attese circa 15mila persone. Una manifestazione cui Firenze ha dato un fondamentale e poderoso contributo, di idee e di persone. Perché è forse la prima manifestazione che si svolge mettendo insieme persone che rivendicano diritti al di là di appartenenze geografiche e status di provenienza. “Cosa importa se il mio collega di lavoro proviene dal Senegal o dal Gambia, se entrambi lavoriamo al nero, o con lo stesso grado di sfruttamento? In che modo il mio diritto sarebbe diverso,  superiore, al suo?…” dicono alcuni ragazzi che hanno organizzato la protesta.  Oggi la manifestazione partirà da piazza della Repubblica, a Roma, e alle 14 sfilerà per il centro storico. Ampio il parco di firmatari, dall’Usb alla Coalizione Internazionale Sans-Papiers, dai movimenti per i diritti all’abitare agli studenti, alle realtà della sinistra radicale.

Un altro elemento di novità di questa manifestazione, cui hanno aderito via via sindacati, lavoratori in lotta, collettivi, studenti ecc., è che l’idea e l’organizzazione proviene dalle fila di coloro che per ora sono sempre stati “rappresentati”, vale a dire i migranti. E che ora si sono fatti “rappresentanti”. Si parte proprio da qui, dal punto in cui i diritti si affievoliscono fino a mancare del tutto.

“Siamo convinti che una parte significativa della filiera dei centri d’accoglienza neghi quotidianamente i nostri diritti e faccia invece parte a pieno titolo del sistema di sfruttamento economico, lavorativo e sociale che nega i nostri bisogni e colpisce la dignità non solo dei profughi ma anche degli operatori – si legge nei materiali diffusi dagli organizzatori – si vogliono trasformare le persone in oggetti invisibili e senza diritti, esattamente come si sente invisibile chi è in un centro d’accoglienza o chi è ancora privo di un permesso di soggiorno. Crediamo che la regolarizzazione sia l’unica via per restituire dignità a queste persone. Oggi la filiera dell’accoglienza è diventata troppo spesso la giustificazione umanitaria per alimentare un business che mantiene in una condizione di ricatto permanente le persone, permettendo l’arricchimento di cooperative e gestori dei centri”.

Ma una battaglia per i diritti non è solo una battaglia di “qualcuno”, come spiegano dall’Usb di Firenze, e questo registra “l’allargamento” immediato dell’iniziativa. “Non c’è differenza – ripetono dal sindacato – se si perde, si perde tutti. Un diritto non vale di più o di meno a seconda di chi ce l’ha. A perdere, è sempre l’umanità”.

 

 

 

 

 

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