Sono orientate ad un cauto ottimismo le previsioni economiche degli imprenditori reggiani. Il 41% degli intervistati ritiene che nel periodo aprile-giugno la produzione manifatturiera provinciale registrerà una crescita, mentre solo l’11% prevede una flessione. L’incremento è previsto per tutti i comparti che caratterizzano l’economia della provincia di Reggio Emilia, ma dovrebbe interessare in modo particolare la metalmeccanica e la gomma-plastica, settori per i quali rispettivamente il 47% e il 43% degli imprenditori intervistati ipotizzano un aumento.
Anche gli ordinativi, sia del mercato nazionale che di quello estero – secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Reggio Emilia sull’andamento congiunturale dell’industria manifatturiera provinciale – dovrebbero registrare un incremento, in particolare quelli oltre frontiera; stesso trend positivo anche per il fatturato.
Il primo trimestre del 2016 si è intanto chiuso con una crescita registrata solamente dalla produzione manifatturiera provinciale: rispetto allo stesso periodo del 2015 l’incremento si è comunque fermato al +0,7% dopo le buone performances dell’anno passato che avevano portato al +2,3% l’aumento medio della produzione.
Fra i comparti leader della industria manifatturiera reggiana, a soffrire maggiormente sono stati il tessile-abbigliamento, con una contrazione produttiva del 2,3%, e le industrie elettrico-elettroniche (-2,4%). Sono risultati in crescita, con intensità differenti, gli altri settori. Il ceramico ha registrato l’incremento più consistente (+4,1%), seguito dall’industria delle materie plastiche (+1,4%) e dalle “altre industrie manifatturiere” (+2,2%). Positivo, e pari al +0,9%, il trend della metalmeccanica, mentre la produzione dell’industria alimentare è cresciuta, in un anno, dello 0,3%.
La decelerazione della produzione è influenzata soprattutto dall’andamento del fatturato e degli ordini del mercato nazionale. Il fatturato totale, cioè sia del mercato interno che estero, ha registrato una flessione dell’1,3%, mentre quello d’oltre frontiera si è fermato al -0,2%; gli ordinativi complessivi sono calati dello 0,9%, mentre quelli esteri non hanno evidenziato alcuna variazione.
L’aumento del fatturato estero in diversi settori ha permesso di contenere la flessione registrata complessivamente nel primo trimestre del 2016 rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Per l’industria ceramica l’incremento del fatturato dei mercati esteri ha raggiunto il 6,8%, mentre ha registrato un +8,4% l’elettrico-elettronica. Bene, con un +4,8%, anche la crescita dell’industria delle materie plastiche e quella dell’alimentare, in aumento dell’1,1%.
Andamenti negativi si osservano nel comparto della metalmeccanica (-3,1%), nel tessile-abbigliamento (-2,4%) e nelle “altre industrie” (-1,6%).
Anche nel caso degli ordinativi effettuati dai mercati esteri, il -1,6% registrato nel periodo gennaio-marzo di quest’anno dalla metalmeccanica (che rappresenta oltre la metà dell’esportato reggiano) ha portato alla stazionarietà dell’indicatore, nonostante gli altri settori abbiano visto incrementare anche sensibilmente i propri ordinativi d’oltre confine.
Buone performances sul piano produttivo sono venute, nel primo trimestre 2016, dalle imprese più piccole (con un numero di dipendenti compreso fra 1 e 9) che hanno registrato un aumento del 2% e, in misura più contenuta (+1%), da quelle più strutturate (con oltre 50 dipendenti); in calo dello 0,3%, invece, la produzione per le aziende di media dimensione (da 10 a 49 dipendenti).