Mamma che luce! La nuova vita interna della Basilica della Ghiara che compie 400 anni

La Basilica mariana della Ghiara festeggia i 400 anni di vita (sociale e devozionale) con un nuovo impianto di illuminazione capace di valorizzare ulteriormente gli interni del Tempio capolavoro del seicento emiliano

In occasione delle Celebrazioni del IV Centenario dell’apertura al culto della Basilica della Ghiara a Reggio Emilia, su proposta del Comune della città proprietario dell’immobile, della Fabbriceria laica del Tempio e del Comitato per le Celebrazioni del IV Centenario, l’edificio – capolavoro del Seicento emiliano – viene dotato di un nuovo impianto illuminotecnico in grado di valorizzare gli splendidi interni, in particolare gli affreschi delle volte e gli altri capolavori di pittura.

La nuova illuminazione della Basilica è realizzata grazie anche al contributo di Iren spa.

Ne sono progettisti gli architetti Giancarlo Grassi e Daniele Canuti e l’ingegnere Gian Paolo Roscio di Iren Rinnovabili, specializzata fra l’altro in illuminazione artistica, scenografica e dei monumenti. Il progetto ha avuto il parere favorevole della Sovrintendenza.

DALL’IMPIANTO DEL 1997 AL NUOVO IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE – Ridefinire l’illuminazione di una chiesa, un grande e complesso edificio, quale la Basilica della Beata Vergine della Ghiara in Reggio Emilia, è un compito che viene definito “avvincente e rischioso”, specie quando si sostituisce un impianto che, sebbene divenuto obsoleto e usurato nel tempo, era comunque frutto di una progettazione unitaria, scientifica e rispettosa della ‘filologia’ delle opere poste in luce.

L’attuale impianto di illuminazione della Basilica è stato installato nel 1997 in occasione dei restauri del Quarto centenario del primo miracolo della Madonna della Ghiara e della fondazione del Santuario.

IL GIOCO DELLA LUCE – La tecnologia scelta per il nuovo impianto di illuminazione è il ‘Led’, che permette, oltre al risparmio energetico, anche un maggior controllo delle caratteristiche della luce, come colore, regolazione delle variazioni di intensità, varietà di accensioni e scenari luminosi.

Si possono inoltre ridurre il fenomeni dell’abbagliamento e dell’interferenza visiva dei corpi illuminanti a luce diretta e, tramite la luce, sottolineare e ‘sostenere’ maggiormente l’architettura rilevantissima dell’edificio.

Fra gli obiettivi del progetto vi è infatti quello di cercare di ridare valore alla struttura architettonica come elemento di sostegno e di valorizzazione del grande apparato pittorico, andando a sottolineare con gradi leggermente diversi di illuminazione i vari elementi architettonici verticali, principalmente lesene e sottarchi.

I criteri di progettazione seguiti sono: minima intrusività, nessuna necessità di interventi murari, massima limitazione dei cavi circolanti, massima flessibilità di utilizzo in rapporto alle esigenze funzionali e liturgiche, innovativo sistema interattivo di visita e controllo luci, minimizzazione dei consumi energetici e dei costi di manutenzione, massimo comfort visivo, massima sicurezza e rispetto dei criteri conservativi delle opere d’arte.

I CRITERI DI PROGETTAZIONE IN DETTAGLIO – Sono stati seguiti criteri di progettazione che privilegiano, oltre ai necessari aspetti funzionali, la valorizzazione della pregevole struttura architettonica e degli importanti lavori di restauro e ristrutturazione realizzati negli anni Novanta.

Cosa si intende per minima intrusività. La dimensione e il posizionamento dei nuovi corpi illuminanti sono stati particolarmente curati, minimizzando l’interferenza ottica nella percezione della struttura complessiva e delle singole opere. Attraverso idonei sistemi di schermatura, si cercherà di minimizzare anche la sola percezione dell’esistenza delle lampade accese, con l’obiettivo di farle scomparire dal campo visivo, in particolare dai punti di osservazione prioritari.

Nessuna necessità di interventi murari. Per l’installazione del nuovo impianto non sono previsti interventi sui muri, poiché si possono utilizzare i passaggi delle linee attualmente esistenti, grazie alle caratteristiche della tecnologia Led che per altro minimizza i consumi e alla tecnologia di controllo digitale Dmx-Rdm che minimizza il numero dei cavi necessari.

Massima limitazione dei cavi circolanti. La tecnologia digitale Dmx-Rdm consente di controllare individualmente l’intensità luminosa di ciascun punto luce, utilizzando una sola alimentazione per tutti i punti, e un piccolo cavo di segnale che connette ciascun punto luce al successivo.

Massima flessibilità di utilizzo. La massima flessibilità di utilizzo è utilizzata in rapporto alle variabili esigenze sia funzionali, sia liturgiche. Si sono tenute presenti, in questo senso, le esigenze indicate nelle linee guida della Conferenza episcopale italiana. Il sistema di controllo dell’illuminazione prevede diversi scenari programmabili, in rapporto alle diverse liturgie, ai diversi tempi liturgici e momenti dell’anno, alle diverse zone funzionali, alle esigenze di fruibilità turistica, all’esigenza scenografica di valorizzazione delle valenze simboliche della struttura.

L’innovativo sistema interattivo di visita e controllo luci. E’ in programma un sistema di visita autonoma, supportato da un’app scaricabile su tablet cellulare, che consenta di visualizzare informazioni relative alla struttura e alle opere più significative, attraverso la lettura di codici Qr dislocati all’interno della struttura stessa. Il sistema di visita si interagirà con il sistema di controllo luci, in modo che le zone/opere della basilica vengano maggiormente illuminate nel momento in cui il visitatore richiede, tramite l’app, le informazioni relative.

Minimizzazione dei consumi energetici e dei costi di manutenzione. La tecnologia Led di ultima generazione è quella che garantisce il massimo risparmio energetico e la più lunga durata nel tempo, minimizzando quindi i costi di manutenzione (particolarmente gravosi in una struttura con punti di installazione non facilmente raggiungibili). Questa tecnologia garantisce risparmi notevoli, vicini al 70% rispetto alle soluzioni tradizionali.

Massimo comfort visivo. La normativa di riferimento in questo caso è la Uni 10380, che stabilisce livelli di illuminamento tra i 50 e i 150 lux orizzontali per l’illuminazione generale, e tra i 150 e i 300 lux nella zona altare-ambone-cattedra. La soggettività nella percezione dei valori ottimali e la necessaria flessibilità operativa rendono altamente consigliabile l’utilizzo di un sistema di illuminazione regolabile all’interno di questi valori, come previsto dal progetto.

Massima sicurezza. Oltre all’utilizzo prescritto di materiali normativamente omologati, nel progetto è anche previsto un sistema di emergenza che intervenga in caso di blackout.

Ecco la nuova luce della Ghiara

Rispetto dei criteri conservativi delle opere d’arte. A questo proposito sono stati fissati limiti massimi di illuminamento nel tempo (Luxora) conformi ai moderni criteri di conservazione, e conformi alle direttive del ministero per i Beni e le Attività culturali, ed alla normativa Uni 10829 e Uni 10969. Quasi tutti gli apparecchi hanno intensità regolabile e memorizzabile su controller centrale, per rendere possibile la calibratura ottimale degli illuminamenti al livello minimo indispensabile per la perfetta visibilità delle opere.

Le zone di intervento.

Navate: Volte affrescate – Archi, colonne e lesene – Cupola grande.

Altari: Altare maggiore, abside e cantoria – Altare della Ghiara e Poli liturgici – Altare del Guercino.

Cappelle: Cappella Dottori della Chiesa (Gabbi), Cappella dei Profeti (Pagani), Cappella degli Evangelisti (Calcagni-Casotti), Cappella delle Sibille (Ruggeri-Brami).

Assemblea: Distribuita lungo l’asse che collega l’altare della Ghiara a quello del Guercino.

Aree di accesso: Ingresso principale e bussole di ingresso laterali.

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