C’è qualcosa di patologico nel comportamento politico dei principali esponenti Grillini reggiani: l’ossessione per l’attacco all’architetto Massimo Magnani.
Candidarsi a guidare una città presupporrebbe qualche idea. In questi mesi abbiamo assistito al no alla Tangenziale di Fogliano, che fa seguito sostanziale alla decisione del governo di fermare l’iter della Tangenziale di Rubiera e al maldestro tentativo di non rispettare gli accordi del Bando aree urbane e periferie per la riqualificazione delle Reggiane e di Santa Croce. Abbiamo assistito la settimana scorsa alla richiesta di stop al progetto di recupero del Parco della Reggia di Rivalta. Poco importa, per loro, che siano stati i cittadini stessi di Insieme per Rivalta a dare il via libera giovedì sera alla realizzazione del progetto. In questi anni abbiamo sentito proporre di azzerare il contributo alle scuole cattoliche e di ridurre le spese di welfare delle Farmacie comunali riunite. È la cultura del no a tutto. Un giorno è la Tav, l’altro sono le Olimpiadi, e dalle nostre parti è uguale: di fronte ad ogni progetto c’è la richiesta di fermare tutto senza proporre nulla.
A questo, si unisce la cultura inaccettabile del linciaggio, nello specifico verso l’architetto Massimo Magnani, a volte verso altri funzionari, sempre sventolando a Reggio Emilia gli stipendi dei manager e nello stesso tempo facendo finta di non vedere che i Grillini al governo raddoppiano gli stipendi al neopresidente dell’Inps e al neoportavoce del presidente del Consiglio dei ministri, decuplicano le spese dei ministeri per missione, trasferta, viaggi, rappresentanza, telefonia, portaborse e quant’altro. Il più spendaccione nel governo è Di Maio e in Parlamento è il gruppo pentastellato. Per molto tempo abbiamo assistito, anche da queste parti, al linciaggio mediatico perpetuato da una nota parlamentare Grillina, l’onorevole Giulia Sarti: rappresentava l’incarnazione del monopolio della moralità. Fino a pochi giorni fa è stata presidente della Commissione Giustizia. È uscita miseramente di scena, perché in fondo chi di moralità colpisce, di moralità perisce.
L’architetto Magnani è uno dei tanti funzionari che, con serietà e professionalità, ha accompagnato alcuni dei principali progetti dell’Amministrazione comunale di questi anni, scelti e indicati dal governo della città, sindaco e giunta. E ha svolto questo compito con cultura del fare, l’esatto contrario del no burocratico a tutto.
La riqualificazione delle piazze e la pavimentazione di numerose strade, il recupero della Reggia di Rivalta e del suo Parco, la rigenerazione dell’area Reggiane e tanto altro.
Ogni volta, dietro ai principali progetti dell’Amministrazione c’è il ruolo della politica, dal sindaco in giù, ma non ci sarebbe realizzazione senza la professionalità di tanti tecnici e funzionari. C’è molta miseria politica e assoluto vuoto pneumatico dietro a queste polemiche e a questi linciaggi. L’arroganza delle parole nasconde la debolezza e l’inconsistenza della proposta, l’assenza totale di visione e di idee per il futuro.