Passano cinquanta minuti, dalla prima telefonata fra i carabinieri e il 118 e il decesso dell'ex-giocatore deelle giovanili della Fiorentina. Conversazioni che raccontano cosa sta accadendo nel corso di un arresto drammatico, dopo il quale Riccardo Magherini, 40 anni, muore.
La prima telefonata, alle 1.21 del 3 marzo, avviene mentre i militari hanno immobilizzato l'uomo e chiedono l'intervento del 118. La seconda telefonata, dieci minuti dopo, spiega: ”fa il matto”. La prima ambulanza arriva sul luogo all’1.32 senza medico e, secondo quanto emerso, Magherini era già inerte.
1.44, giunge la seconda ambulanza col medico a bordo. Il dottore arriva credendo di dover “solo” sedare Magherini. Ultima telefonata, ore 2.12: il medico, dopo aver praticato a lungo il massaggio cardiaco a Magherini, chiama la centrale del 118 per comunicare che “il ragazzo che era stato immobilizzato dai carabinieri è in arresto cardiaco. Sono per strada”.
Quando il medico ipotizza che il ragazzo abbia una trentina di anni, l’interlocutore gli chiede: ”Ha preso roba?”. ”Poi ne parliamo”, risponde il medico. Dalle telefonate emerge una qualche difficoltà della prima ambulanza a trovare il luogo. Poi, dopo l’arrivo (all’1.33) i volontari chiamano la centrale spiegando che i carabinieri “gli sono addosso in due, vogliono il medico” perché ”ha reagito in maniera violenta”. Poco dopo, la centrale del 118 chiama il medico: ”Ci vogliono due uomini forti, c’è uno che ha tirato le manette ai carabinieri, ha due carabinieri sopra, è nudo”.