La sicurezza sarà anche di sinistra, come ama ricordare il ministro Minniti, ma a Reggio il tema, insieme a quello dell’immigrazione, ha l’effetto di produrre una frattura nella maggioranza che sostiene Luca Vecchi. In Consiglio comunale, come prevedibile, non passa la mozione di Sinistra Italiana che chiedeva al sindaco e alla giunta di “arginare e ridurre” le ricadute dei recenti provvedimenti del Governo sulle due questioni: 16 i voti contrari (Pd, Forza Italia e Alleanza Civica), 8 gli astenuti (i 5 Stelle e le consigliere dem Federica Franceschini e Roberta Pavarini) e 4 i favorevoli, oltre a Lucia Lusenti, Lanfranco De Franco e Salvatore Scarpino di Mdp e il dem Dario De Lucia.
La maggioranza si spacca e le distanze, politiche, tra Pd e Sinistra Italiana si acuiscono ulteriormente. Già, perché la capogruppo Lusenti, nei mesi scorsi, si era astenuta sul bilancio di previsione. Un atto politico forte per un partito di maggioranza a cui non è seguito, tuttavia, alcun chiarimento col sindaco. “Prendo atto che Pd, Forza Italia e Lega sono compatti sulle politiche dell’immigrazione e della sicurezza. Vuol dire che il centrosinistra è sempre più instabile e abbandonato, a Reggio Emilia e nel Paese”, commenta lapidaria Lucia Lusenti. In sala del Tricolore, durante il dibattito, piuttosto animato, succede un po’ di tutto, con la Lega nord che, suo malgrado, “difende” i provvedimenti del ministro dem Minniti e con i “pompieri” del Pd che chiedono alla Lusenti di ritirare la mozione per discuterla in commissione. “Discutiamone pure anche lì – risponde la capogruppo di Sinistra Italiana -, ma io non ritiro la mozione”. Anzi. “Presenterò altri documenti – insiste la Lusenti -. Se impedisci a delle persone di potersi difendere, se togli loro il diritto d’intervenire nel loro processo e il diritto del secondo grado di giudizio, che cosa resta? Son cose gravissime, che vanno combattute. Se Pd e Forza Italia riescono a mettere insieme abbastanza voti per portare avanti queste politiche, lo facciano…”.
Le richieste della mozione vengono bollate come “irricevibili” dall’assessore Natalia Maramotti che le smonta una ad una. Anche con argomentazioni tecniche. A partire dalla domanda, contenuta nel documento, “di sollevare, anche in via incidentale nelle sedi opportune, quesito di legittimità costituzionale”. Prerogativa che, giuridicamente parlando, non spetta al Comune. “Non si può non dar corso a una legge dello Stato – ricorda la Maramotti -. Quella sulla sicurezza ha certamente delle ombre, ma diversi pregi”. A proposito della legge sull’immigrazione, l’assessore ammette che “aspetti di perplessità di tipo giuridico sono stati sollevati” ma ricorda anche che a Reggio, sul fronte migranti, “nelle modalità di supporto del lavoro della Prefettura è stato messo in pratica un modello migliore rispetto ad altri contesti territoriali”.