Firenze – A bocce ferme, e dopo la riunione della commissione comunale cultura di ieri, l’atmosfera che regna fra i consiglieri comunali è riassunta dall’intervento di una che della questione se ne intende senz’altro. La questione è quella del Maggio e la consigliera è Cristina Scaletti, ex-assessore regionale alla cultura. Le conclusioni, eccole: “Abbiamo capito che a Firenze comanda il sovrintendente Bianchi”. Se questa è la conclusione, il presupposto è “il silenzio del sindaco Nardella”.
E su cosa mantiene il silenzio il sindaco? Ad esempio, sulla sorte futura del Goldoni. Verrà venduto su “consiglio” di Bianchi, il potentissimo sovrintendente con filo diretto con Roma, come l’assessore Gianassi ha comunicato al consiglio comunale di lunedì scorso, e nonostante, come sottolinea il capogruppo di Frs Tommaso Grassi, i conti portati davanti all’assemblea suggerissero ben altri trionfi e bilanci? Tra l’altro, da notizie riportate dai giornali cittadini, sembrerebbe che la vendita del Goldoni sia già molto avanti. E per quanto riguarda le super consulenze, continua implacabile Scaletti (il riferimento è alla società di management Bain&Co.), e circa la proposta di Bianchi di operare un risparmio di oltre un milione e mezzo agendo sul personale? Infatti, sebbene nella cifra siano ricompresi i lavoratori transitati nel corso dell’ultimo anno in Ales (42), sarebbero pronti prepensionamenti (forse una decina), qualche altra decina di “uscite” non meglio determinate, oltre a ritocchi sugli integrativi.
Ma “Il sindaco viene in commissione cultura e non risponde alle domande sul Maggio Musicale“. Giudica infatti le domande dei consiglieri “fuori tema” e rimanda tutti coloro che vorrebbero capire qualcosa sulla situazione reale del Maggio a un’audizione da fissarsi a breve. Con il sovrintendente, ovviamente, che risponderà ai quesiti. Come se, sottolinea Scaletti, “il Sindaco non fosse, oltre che il responsabile dell’amministrazione della città, anche il presidente della fondazione del Maggio Musicale e presidente del Consiglio di indirizzo, cioè la massima autorità nel suo interno”.