Firenze – È l’opera che ha rivelato il talento di Franco Alfano, eppure, per certi versi, è oggi un’opera “dimenticata”: Risurrezione, del 1904, su libretto di Cesare Hanau tratto dal romanzo omonimo di Lev Tolstòj, è il primo titolo lirico non di repertorio del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino nel 2020. L’allestimento con la regia di Rosetta Cucchi e il maestro Francesco Lanzillotta sul podio a dirigere l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino debutterà venerdì 17 gennaio alle 20. Repliche il 19 (ore 15.30), 21 e 23 gennaio.
Una produzione realizzata nel 2017 per il Wexford Festival Opera, rassegna di lunga tradizione e grande prestigio che ogni anno, a ottobre, porta in scena nell’omonima città irlandese tre titoli raramente rappresentati ma degni di riscoperta, spesso affidati ad artisti giovani o emergenti. Ed è proprio grazie a questa formula che molti di questi lavori hanno poi trovato nuova circolazione nei maggiori teatri d’opera europei. Avverrà anche per questo acclamato allestimento di Risurrezione, che al Maggio vedrà il suo debutto italiano.
L’esperta regia di Rosetta Cucchi, già autrice di produzioni per numerosi teatri italiani e internazionali nonché direttore artistico del Lugo Opera Festival fra il 2001 e il 2015 e della Fondazione Arturo Toscanini di Parma dal 2005 al 2018, si avvarrà delle scene di Tiziano Santi, di recente autore per il Maggio dell’allestimento delle tre opere del ciclo “Passione Puccini” Butterfly, La bohème, Tosca. I costumi sono di Claudia Pernigotti, le luci di Ginevra Lombardo su progetto di D.M. Wood. Al soprano francese Anne Sophie Duprels è affidato l’impegnativo ruolo di Katiusha, mentre Matthew Vickers sarà il principe Dimitri. Leon Kim avrà il ruolo di Simonson, Francesca Di Sauro sarà Sofia Ivanovna, Ana Victoria Pitts nel doppio ruolo di Korablyova e Vera così come Romina Tomasoni che interpreterà Matryona Pavlovna e Anna.
Risurrezione è un’opera nata dalle esperienze internazionali di Franco Alfano, che dopo gli studi al Conservatorio di Napoli sentì il bisogno di ampliare il raggio delle proprie conoscenze musicali viaggiando all’estero. È prima a Lipsia, centro vitale della musica europea, e poi nella Parigi di inizio Novecento, capitale indiscussa in fatto di gusti e tendenze musicali. Qui lavora qualche anno come autore di balletti per le Folies Bergères e qui si imbatte, nel 1902, nel romanzo di Lev Tolstòj Resurrezione, innamorandosene. Il compositore, che aveva alle spalle due prove in campo operistico – un’opera su testo di Fogazzaro mai rappresentata (Miranda) e La fonte d’Enscir, una favola araba su libretto di Luigi Illica rappresentata a Breslavia nel 1898 – si avvale per il nuovo progetto della collaborazione del commediografo Camillo Antona Traversi e del giornalista Cesare Hanau che firma il libretto, il primo in prosa della storia dell’opera italiana.
Dal romanzo di Tolstòj era stata ricavata una riduzione teatrale da Henri Bataille, che Alfano conosceva. Risurrezione segue in gran parte la versione teatrale del dramma a eccezione dell’episodio dell’attesa del treno alla stazione, marginale nel romanzo e su cui invece Alfano costruirà tutto il secondo atto. E anche l’elemento di critica sociale, al centro della fonte letteraria, risulta attenuato a favore dell’elemento sentimentale.
I quattro atti dell’opera fotografano infatti le sfortunate vicende della protagonista Katiusha e del suo amore infelice per il principe Dimitri, uomo che la seduce e l’abbandona condannandola a una vita di sacrifici e scelte drammatiche.
Foto: Risurrezione – Prove © Michele Monasta