Firenze – Appassionata e concreta, la relazione del Sovrintendente Cristiano Chiarot circa la Fondazione del Maggio. E soprattutto, ricca di risultati, di dati, di slides. In particolare, l’accento cade su due grandi passi complementari: uno, l’accordo sulla rateizzazione del debito con l’Agenzia delle Entrate, un accordo pilota, sottolinea Chiarot, anche per le altre Fondazioni italiane, l’altra, l’idea di “teatro aperto”.
Un anno e 4 mesi di intenso lavoro, sulla spinta di “un presidente (Nardella)che ama il suo teatro. La responsabilità che abbiamo come conduttori di questa importante istituzione cittadina è molto grande – ricorda Chiarot, nell’incipt della sua relazione in consiglio comunale tenuta ieri – ci vuole molta passione e responsabilità per fare questo tipo di lavoro”. Nello specifico, sul Maggio “Cercavamo di capire come si poteva uscire da una situazione un po’ particolare e un po’ delicata”.Del resto, dice ancora Chiarot, è inevitabile che, nel corso della forte ristrutturazione degli ultimi anni, i momenti critici “vadano anche oltre al momento della ristrutturazione piena”.
“Abbiamo cercato prima di tutto, questo non lo si può quantificare, di portare un nuovo animo e passione ai lavoratori. Orchestra e coro che non avevano perso niente delle proprie capacità: la continuità della proposta artistica c’era. Mancava qualcosa, l’ambizione, e su questo abbiamo lavorato con tutte le masse artistiche, abbiamo cercato di fare una programmazione che desse basi a questa ambizione”.
E s’arriva alla questione dell’indebitamento. “Un problema che non è solo della Fondazione fiorentina – tiene a precisare il Soprintendente – a fronte di un forte indebitamento di tutte le fondazioni liriche italiane dovuto a varie ragioni, dal ritardo dei fondi dal ministero, alla poca chiarezza su quanto riguarda la nostra configurazione giuridica, a tutta una serie di altre questioni compreso l’ altalenamento dei finanziamenti ricevuti dallo stato, che hanno prodotto una massa di debito complessivo di circa 400 milioni di euro. Il debito della Fondazione fiorentina è stato aggredito subito dal cda insieme col sindaco”. Ed ecco i passi: primo, trovare un fondo per le fondazioni, che non sono nate con un patrimonio, e, più importante, prima mettere in sicurezza fin da subito il conto economico, dal momento che il pareggio è una delle condizioni poste dalla legge Bray. Risultato: un 2017 in pari. Previsione 2018: chiusura con un piccolo avanzo. “Un margine sia pur piccolo ma creato con le proprie forze” ricorda. Come ricorda l’apporto finanziario di Regione e Comune per il Maggio, “un apporto – spiega Chiarot – che ci ha consentito varie soluzioni”.
Sul piatto, l’indebitamento con l’agenzia delle entrate. Il teatro, secondo una prassi diffusa, “aveva cercato di fare cassa pagando in ritardo l’Irpef. Riceviamo una parte di finanziamenti per consentire questo tipo di azzeramento. Abbiamo lavorato per chiudere una transazione con l’agenzia delle entrate. Siamo stati i primi”. E’ diventata una transazione pilota che prevede un pagamento rateizzato, sostenibile in qualche modo per i teatri, azzerando interessi e molte complicanze.
Nel 2017 dunque è stata creata una struttura produttiva che era basata sull’equilibrio assoluto di costi e ricavi, senza giungere a ristrutturazioni con mobilità, anzi. “Questa produzione con nuovi ricavi ci consente di poter fare una tipologia di contratti a termine e a lungo termine che ci consenta di sostenere questa attività pensata e realizzata tenendo conto delle risorse lavorative su cui possiamo contare”. Di fatto, il Maggio si è così trovato all’avanguardia in Italia per novità e nuovi allestimenti. “Orchestra e coro lavorano a pieno ritmo – continua il Soprintendente – quasi tutto viene fatto in economia dai nostri laboratori”.
L’idea generale di teatro. E’ questo uno dei punti qualificanti del “piano” Chiarot. Certo, si deve fare attenzione sulla struttura di spesa e ricavi, ma “accanto all’idea produttiva bisogna avere un’idea di teatro, che non può venire solo da una persona e dai miei appassionati collaboratori. Dunque, tanti incontri con tutte le realtà cittadine, dalle grandi alle piccole, arrivare a capire come funziona il sistema della rete culturale cittadina. L’idea del Maggio che supera il presente guardando il futuro”. Uno dei risultati sono le 81 associazioni che hanno partecipato al Festival del Maggio di quest’anno, un fenomeno che reca al festival diffuso, alla grande massa critica, alla sala aperta. “1800 posti – specifica Chiarot – non riusciremo mai a riempirla se non avessimo una grande platea”. Dunque, teatro aperto e non solo per élites. “L’opera stessa deve il su successo al fatto che diventa mmediatamente poplare” ricorda Chiarot. Tutti i paesi sviluppati, aprono grandi teatri lirici che mettono insieme tante persone, per godere di uno spettacolo dal vivo sempre diverso, dal primo giorno al giorno dopo.
I risultati? “Criticabili – dice con modestia il Soprintendente – ma è quanto abbiamo fatto nell’approccio con la nostra attività. L’obiettivo era cambiare l’andamento conquistando un nuovo pubblico. Stiamo conquistando un nuovo pubblico”. Escluso quello 0-9 mesi, la proposta del teatro ha conquistato tutti, anziani, bambini, con anche un miglioramento dell’accessibilità. Ed ora, ecco la conquista del pubblico “straniero”. Si va vanti con entusiasmo e con un nuovo capitolo.