Maggio, “Nè gufi nè struzzi”: i dati della “contro analisi” del sindacato

Firenze – Maggio Musicale fiorentino, “nè gufi nè struzzi”, dicono dalla Slc Cgil, indicendo lo stato di agitazione e mettendo avanti i dati di quella che appare subito a tutti gli effetti una “contro analisi” rispetto a quella diffusa dalla dirigenza del Teatro.

Così, il sindacato, a seguito delle assemblee tenute col personale, esterna la “forte preoccupazione delle lavoratrici e dei lavoratori per la situazione in cui versa la Fondazione”. Preoccupazione accresciuta da un’attenta “comparazione fra i dati del bilancio consuntivo 2015, le relazioni del Commissario straordinario per le Fondazioni Liriche  e il Piano di risanamento (sempre negatoci dal Sovrintendente ma che il Ministero ha reso noto)”. 

Ed ecco alcuni dei rilievi sui dati avanzati dal sindacato. Si tratta solo di alcuni esempi, ma significativi. Riportiamo dall’elenco della nota:
– Entrate da biglietteria: il piano porta a € 4.084.478 i ricavi dalla vendita di biglietti mentre il bilancio consuntivo si attesta su €  3.732.000 con una differenza negativa di -€ 352.478 (meno oltre 8%)
– Altri ricavi: € 1.610.000, di cui € 460.000 per non ben identificate attività innovative (piano di risanamento) contro € 795.000 (bilancio consuntivo 2015) per una differenza negativa di – €  815.000 (- 50%)
– Contributi privati: nel piano di risanamento erano previsti € 3.250.000 di contributi da privati mentre il Bilancio consuntivo ne registra € 2.054.000 con una differenza negativa di -€ 1.446.000 (-44%)
– Costi della produzione: € 29.837.695 (piano di risanamento) a fronte dei € 36.637.695 registrati nel consuntivo 2015 con un aumento di +€ 6.799.759 (+22%)
– Ricavi da Soci Fondatori: in diminuzione sia il FUS che le erogazioni di Comune (€ 4.500.000 con i costi di gestione del nuovo teatro O.F. in capo alla Fondazione sono molto meno dei 4 milioni passati) e Regione (il Presidente della Regione sui quotidiani  ha confermato il taglio annunciato!).

Dati alla mano, il sindacato incalza:Queste discrepanze sono rilevate, oltre che nelle relazioni periodiche dal Commissario straordinario per le Fondazioni liriche (il quale aveva raccomandato infatti maggiore prudenza sui contributi privati e sponsorizzazioni e aveva posto in evidenza un aumento dei costi non compensato da altre azioni),  anche dal Collegio dei Revisori dei Conti il quale, lamentando una situazione debitoria complessiva motivo di apprensione, rileva valori non in linea con quelli previsti dal piano  con uno scostamento negativo di oltre 20 milioni di euro. Sempre il Collegio dei revisori ci evidenzia come il bilancio sia stato esaminato nei termini ridotti consentiti a causa di tardiva trasmissione degli elaborati e come non siano specificatamente dettagliati gli “altri costi” per servizi che compongono la cifra di € 640.000“.

Ma c’è dell’altro. I lavoratori infatti mettono l’accento su alcune gravi mancanze dell’attuale gestione. Ed è una lunga lista, quella che riporta il sindacato, “l’incapacità di attrazione del pubblico sia locale che dei flussi turistici (il teatro desolatamente semivuoto è all’ordine del giorno, una programmazione artistica scialba, la pubblicità inesistente, una strategia di comunicazione che non coglie nel segno) e degli sponsor privati;  una valutazione errata delle conseguenze di una procedura di licenziamenti collettiva chiusa senza che ci sia stata la possibilità di raggiungere un accordo con le OO.SS.; le erogazioni di premi ad personam a un certo numero di dipendenti, con un certo costo, in assenza di  parametri oggettivi, senza nessuna motivazione  e gli aumenti di stipendio dei dirigenti e di cui chiediamo conto e riteniamo necessario avere risposte; l’organizzazione del lavoro che invece di essere oculatamente razionalizzata e programmata dà l’idea di essere piuttosto improvvisata (ci risulta un cambio di scena effettuato da funzionari e dirigenti per un errata organizzazione dell’orario);  la valutazione sbagliata di quanto previsto nel Piano di risanamento sulla consistenza del personale e delle unità lavorative necessarie soprattutto in alcuni settori che si trovano ad operare quotidianamente con numeri ben inferiori di quanto necessario e di quanti previsti nell’organico del piano di risanamento, per cui si ritiene necessaria e non improcrastinabile l’indizione di procedure di selezione del personale a copertura dei posti vacanti sia strutturali che in relazione a malattie, infortuni e altro;  la concreta possibilità che la Fondazione non sia in grado di scongiurare la liquidazione coatta ai termini previsti dalla legislazione vigente nonostante gli sforzi dei lavoratori dipendenti e non (artisti e fornitori che aspettano il pagamento di quanto dovuto)”.

In conclusione, ciò che viene richiesto “con estrema determinazione” sono “risposte in tempi brevi,  informazioni sulla integrazione del Piano industriale presentato al Ministero ai sensi della legge 28 dicembre 2015 n. 208, il confronto dovuto sul bilancio consuntivo 2015 e con il mandato dell’assemblea indiciamo lo stato di agitazione riservandoci di assumere tutte le iniziative sindacali necessarie”.

Inoltre, a istituzioni e politica viene avanzata la richiesta di “stare al merito delle questioni, di praticare il confronto con le rappresentanze dei lavoratori, di non ricercare facili capri espiatori  e di assumersi appieno le proprie responsabilità”.

Conclude la nota sindacale: “Non siamo gufi!, siamo solo attenti lettori della realtà, preoccupati per il futuro della Fondazione, posto di lavoro che conosciamo, a cui teniamo e che amiamo. Non siamo struzzi!, non nascondiamo la testa di fronte a problemi e difficoltà ma vogliamo essere parte del necessario cambiamento di cui questa Fondazione ha bisogno a cominciare dalla Direzione”. Il documento è sottoscritto da Slc Cgil Area Vasta Firenze Prato Pistoia e Rsa Slc Cgil Maggio Musicale Fiorentino.

 

 

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