Firenze – Nuovo appuntamento con la rassegna Forte-Piano-Forte, organizzata in collaborazione con l’Accademia Bartolomeo Cristofori che venerdì 24 maggio alle 20 vedrà esibirsi nella Sala Orchestra del Teatro del Maggio Jin Ju, musicista italo-cinese e virtuosa del fortepiano. Jin Ju eseguirà, dal repertorio di Ludwig van Beethoven, la Sonata in fa maggiore op. 54 e la Sonata in fa minore op. 57, Appassionata e, dal repertorio di Robert Schumann il Tema con variazioni sul nome “Abegg” op. 1 e Papillons, op. 2. Il concerto del 24 maggio è tutto esaurito. La pianista tornerà per un nuovo appuntamento della rassegna Forte-Piano-Forte il 14 giugno.
Ludwig van Beethoven – Sonata in fa maggiore op. 54 e Sonata in fa minore op. 57, Appassionata
Composta nel 1804 e pubblicata due anni dopo, la Sonata in fa maggiore op. 54 si trova a condividere il catalogo con due capolavori che ne hanno compromesso la fortuna fin dagli esordi: la Waldstein prima e l’Appassionata dopo. Tra le meno eseguite del repertorio pianistico, la Sonata op. 54 risulta indubbiamente anomala sul piano della forma presentando due soli movimenti non ascrivibili a modelli classici (nessuno dei due, ad esempio, rispetta la forma-sonata). Il primo movimento, Tempo di Menuetto, è costruito su due idee tematiche contrastanti – la prima che si muove a passo di danza, la seconda caratterizzata da un motivo martellante di seste e ottave – mentre il secondo e ultimo movimento, l’Allegretto, si rifà al modello clavicembalistico del moto perpetuo con l’ininterrotto andamento di quartine di sedicesimi.
Nello stesso periodo, tra il 1804 e il 1806, Beethoven firma la Sonata in fa minore op. 57, nota ai più con il sottotitolo apocrifo di Appassionata e considerata dallo stesso autore una delle sue creazioni pianistiche più importanti e riuscite. Situata al centro dell’evoluzione stilistica beethoveniana, la Sonata op. 57 si caratterizza per la scrittura nervosa e incalzante e per la particolare ricerca sul piano timbrico condotta attraverso l’esplorazione dei diversi registri della tastiera: dal tema principale dell’Allegro assai esposto all’unisono nei registri medio e grave, al tema dell’Andante con moto che si muove progressivamente dal registro grave a quello acuto.
Robert Schumann – Tema con variazioni sul nome “Abegg” op. 1 e Papillons, op. 2.
Le Variazioni sul nome Abegg, prima opera pianistica del giovane Schumann, seguono il filone allora in voga delle raccolte di danze e variazioni, un genere particolarmente apprezzato e nel quale si erano cimentati già in molti. Le lettere che compongono il nome della dedicataria dell’opera – la fantomatica contessina Pauline von Abegg, uno dei tanti personaggi immaginari che popolavano la fervida fantasia del compositore – corrispondono secondo il sistema di notazione tedesco alle prime note del tema iniziale. Frutto emblematico del coevo stile Biedermeier, le Variazioni op. 1 si mostrano eleganti, misurate e brillanti senza mai eccedere nel virtuosismo.
La seconda opera pianistica di Schumann, Papillons, è ispirata invece al capitolo finale del romanzo Flegeljahre di Jean Paul Richter, autore particolarmente caro a Schumann che si rispecchiava pienamente nel mondo fantastico e lontano da ogni approccio logico e razionale alla realtà descritto dal letterato. La raccolta Papillons rappresenta infatti il perfetto pendant musicale del ballo in maschera a cui partecipano nel romanzo i fratelli gemelli Walt e Vult (alter ego schumaniani): una carrellata di dodici brani danzanti di diverso carattere in cui Schumann ricrea
Foto: Jin Jun