Firenze – Tornare all’opera e assistere all’Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea con un cast d’eccellenza come quello presentato nell’allestimento dell’83° Maggio Musicale Fiorentino. Non ci può essere ritorno alla normalità più piacevole che farlo con uno spettacolo musicale dal vivo di alta qualità.
Normalità, si fa per dire. Il Teatro dell’Opera con numero di spettatori contingentato, misure anti-contagio rigorose e un solo intervallo su quattro atti per far sì che la serata finisca prima delle 22 (inizio ore 19). Ma sono quisquilie di fronte al privilegio di trovarsi alla prima dell’opera inaugurale del festival dopo il concerto di Daniele Gatti.
Forse anche il contesto di questa offerta musicale per appassionati da mesi costretti agli schermi televisivi (dunque senza quel piacere di suoni, colori, odori, socialità che offre lo spettacolo dal vivo) ha contribuito a rafforzare l’entusiasmo finale che ha avvolto i protagonisti. Gli spettatori hanno potenziato il battito delle mani con il tambureggiare dei piedi sul parquet.
In particolare il direttore Daniel Harding è stato oggetto di una vera e propria ovazione da parte dell’orchestra che ha reso omaggio al suo talento. Grande approvazione anche per tutti i cantanti. Maria José Siri nei panni di Adriana, una forza nel canto e nella recitazione. Perciò fa un po’ sorridere quando la diva della Comédie, rispondendo “umile ancella del Genio Creator” alle lodi sperticate dei suoi ammiratori canta con una potenza timbrica che ha stupito tutta la platea “un soffio è la mia voce che al novo dì morrà”.
All’altezza della qualità musicale generale anche tutti gli altri. La sociopatica principessa di Bouillon che fa fuori la rivale con fiori che erano stati un omaggio d’amore, interpretata dal mezzosoprano Kzsenia Dudnikova; il vagheggino del tutto incapace di gestire amori plurimi Conte di Sassonia, il tenore Martin Muehle; l’altro tenore, abate avvezzo più agli intrighi e al potere, Paolo Antognetti. Poi il direttore di scena innamorato infelice, il baritono Nicola Alaimo e il cinico principe di Bouillon, il basso Alessandro Spina. E tutti i comprimari: Davide Piva, Antonio Garés. Michele Gianquinto, Chiara Mogini e Valentina Corò.
Nella trama di Eugène Scribe ridotta in quattro atti nel libretto di Arturo Colautti il duello mortale fra l’étoile di Racine e Molière e la principessa adultera è raccontato utilizzando con dovizia tutti gli stereotipi degli amori più o meno trasgressivi: biglietti intercettati, braccialetti perduti, fiori che passano di mano, passaggi segreti. Tuttavia l’opera di Cilea mette a disposizione della regia uno dei più interessanti esempi di teatro nel teatro, di attori professionali che riescono a distinguere la realtà dei sentimenti dalla finzione scenica e di personaggi per i quali la vita è sempre finzione e scena, che è la strada diretta per diventare disumani e assassini.
Un materiale prezioso per il regista Frederic Wake-Walker, che ne ha colto la potenzialità nel movimento degli elementi scenografici da un ambiente teatrale all’altro. La neoclassica Comédie si frantuma in tanti palcoscenici più piccoli nei quali vanno in scena i singoli episodi fino al compimento della tragedia che avviene non più tra quinte teatrali, ma nello spoglio e squallido retroscena. Nella stessa linea registica appaiono maschere tradizionali della commedia dell’arte per sottolineare i registri (comico, ironico, drammatico, tragico) dei singoli passaggi narrativi. In alcuni casi ha un po’ troppo dato libero sfogo alle sottolineature scenografiche (coriandoli e stelle filanti), ma in generale lo spettacolo funziona.
Nel quarto atto ha voluto stemperare l’impatto drammatico della morte di Adriana avvelenata, facendole concludere il suo canto di morte camminando verso il fondo della scena in una malinconica quanto vana ricerca di un’umanità autentica: “Sciolta dal duolo io volo, io volo, come una bianca colomba stanca al suo chiaror”.
Già, il quarto atto. Con questo direttore, questa orchestra e questi cantanti, vale da solo una serata complicata dalle restrizioni. Omaggio a Cilea e alla sua Adriana Lecouvreur.
Repliche:
Venerdì 30 aprile
Lunedì 3 maggio
Giovedì 6 maggio
tutte alle ore 19
Foto: Maria José Siri