Ma quale festa?Crisi e pioggia, Primo maggio mai così triste

Salta il concerto per la pioggia. Artigiani e piccoli imprenditori in piazza contro stato e banche. Striscioni choc di CasaPound

Mai come quest’anno la ricorrenza del Primo maggio è stata lontana da una festa. Nemmeno la musica ha accompagnato gli stanchi riti della piazza a causa della pioggia e a fare rumore sono state più che altro le iniziative choc di Cna e Casa Pound. Da luogo delle rivendicazioni ideali e dell’orgoglio rosso la piazza si è trasformata in un collettore di disperazione strisciante. Ci ha messo del suo anche Giove Pluvio, rovesciando sul Primo maggio un acquazzone che ha fatto saltare il concerto di Paola Turci. A prendersi il palcoscenico è stata la rabbia degli artigiani e dei piccoli imprenditori. Slogan inimmaginabili fino a pochi mesi fa quelli utilizzati dalla Cna: “Non vogliamo morire: le banche ci diano ossigeno e lo Stato paghi i suoi debiti”.

Erano più di mille i manifestanti che hanno partecipato al sit in di protesta “per alzare la voce a nome di tanti piccoli imprenditori stretti nella morsa del credito e vessati da uno Stato che non paga i suoi debiti mentre è puntuale nel suo ruolo di esattore, ha trovato il sostegno di numerosi soggetti, a partire dai sindacati, Cgil, Cisl e Uil”.

Oltre alla Cna, hanno aderito la Coldiretti, l’Ordine degli Architetti, il Comitato “Movimento di solidarietà Imprese che resistono”. Erano presenti anche i parlamentari Leana Pignedoli e Maino Marchi, i consiglieri regionali Roberta Mori e Rita Moriconi, l’assessore provinciale Alfredo Gennari. Tutti uniti contro banche e stato? Più che altro una passarella quella dei politici secondo il Movimento 5 Stelle, che ironizza con il capogruppo comunale Matteo Olivieri:  “Gli esponenti del Pd che questa mattina a Reggio Emilia erano a farsi belli davanti a piccoli imprenditori ed artigiani che protestavano contro il fisco, banche ed il governo Monti hanno una faccia da…Passera. Gente politicamente senza ritegno. Parliamo dei vari Maino Marchi, deputato da decenni che non voleva pubblicare online la sua busta paga ,dei consiglieri regionali Mori e Moriconi  e compagnia pidina varia.. Vanno in piazza a fianco di piccoli imprenditori e artigiani che protestano strozzati da fisco, banche ed anche contro le manovre del governo Monti ed il fatto che questo governo sia servo dei poteri bancari e intanto a Rom votano e sostengono il governo Monti con Pdl, Udc e Fini”.

Lo striscione choc di Casa Pound

Da registrare in questa giornata plumbea lo striscione choc di CasaPound davanti al cimitero Monumentale: “Buon 1 maggio lavoratore suicidato”.

La provocazione è targata Blu, Blocco lavoratori unitario, sindacato nato in seno a CasaPound Italia, che aveva già messo a segno negli ultimi mesi due azioni contro i licenziamenti avviati dall’azienda di autotrasporto trentina Arcese e dalle Officine meccaniche ferroviarie del Salento e un blitz coordinato in una cinquantina di città italiane contro la riforma del lavoro e la modifica dell’articolo 18.

L’azione è stata compiuta simultaneamente in una cinquantina di città e piccoli centri. ‘’Ci sono sindacati che non festeggiano’’, si legge in calce ai volantini: l’immagine rappresentata è quella di un operaio impiccato che pende da un grande ‘1’. A lato la scritta: ‘’Forse non ti interessa più, ma a Roma oggi c’è un gran concerto. Buon 1 maggio, lavoratore suicidato’’.

‘’Rifiutiamo la logica da ‘panem et circenses’ dei sindacati, anche perché di ‘panem’, a differenza di quanto avveniva nell’antica Roma, oggi non se ne vede più – sottolinea Blu in una nota – Di fronte a una lista di imprenditori e lavoratori ‘suicidati’ da uno Stato strozzino che si allunga ogni giorno di più e a una riforma che punta a ridurre i lavoratori in stato di servaggio, Cgil, Cisl e Uil non sanno fare di meglio che pretendere di utilizzare come una vetrina, peraltro a costo zero, il concerto che si tiene oggi a Roma, sperando così di far dimenticare a suon di musica la loro inettitudine. Noi però a questo gioco ipocrita non partecipiamo. E’ il 1 maggio, ma non c’è niente da festeggiare’’.

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