Firenze – Il Movimento 5 Stelle sferra un attacco a Publiacqua, accusandola di una serie di errori che provocano danni ai cittadini. Sotto la lente del Movimento, l’avvio dei rimborsi del servizio di depurazione, che a causa del caos e degli errori dell’ente, ha fatto sì che “solo una minima parte di cittadini abbia avviato la procedura”.
La denuncia è stata fatta stamattina nel corso di un incontro a Palazzo Vecchio cui hanno preso parte il deputato Samuele Segoni, membro della Commissione Ambiente, la consigliera comunale di Firenze, Miriam Amato, il capogruppo di Campi Bisenzio Niccolò Rigacci ed il consigliere di Rufina Francesco Tapinassi.
“Paradossalmente anche molti Comuni che hanno promosso campagne informative non hanno provveduto a richiedere il rimborso per le loro stesse utenze e nella maggior parte dei casi si tratta di cifre rilevanti, essendo numerosi gli allacciamenti a loro intestati (palestre, uffici, fontanelli, scuole ecc…). Si profila un mostruoso danno erariale per il quale i sindaci saranno chiamati a rispondere” sottolineano la consigliera in Palazzo Vecchio Miriam Amato ed il deputato Samuele Segoni.
Tutto nasce da una sentenza della Corte Costituzionale (la 335/2008, come segnala M5S) che ha dichiarato illegittima la tariffa riferita al servizio di depurazione se l’utente non è allacciato a tali impianti. La data fissata come scadenza per presentare richiesta di rimborso da parte degli utenti è il 30 settembre. Ed è qui, secondo i rappresentanti 5 Stelle, che casca l’asino.
Infatti, andando a controllare chi poteva presentare ricorso secondo il disposto della sentenza della Suprema corte e chi ne foss escluso, spiegano gli esponenti del Movimento, accade di tutto e di più: non si capisce neppure chi è dentro e chi è fuori dalla possibilità di fare richesta di rimborso. “L’Autorità Idrica ci ha fornito un elenco con le utenze aventi diritto al rimborso –spiega il deputato Samuele Segoni assistito dal consigliere comunale Rigacci – ma la cui attendibilità è dubbia. Attraverso controlli incrociati tra le utenze di Tavarnelle Val di Pesa ed il sito www.publiacqua.it/servizi/rimborso, abbiamo appurato un margine di errore del 5%”.
Non solo: “Sempre interrogando il solito sito risultava che alcune utenze elencate come interessate al rimborso, venivano invece indicate come escluse dal sito Publiacqua”. Inoltre, il Movimento 5 Stelle denuncia la confusione nella banca dati internet di Publiacqua: “Ieri il sito forniva risultati diversi rispetto a qualche giorno fa su chi avesse o meno diritto di accedere ai rimborsi. Ad esempio le 1640 utenze di Signa aventi diritto al rimborso verificate in data 12/09/2014, ieri risultavano tutte non aventi diritto. Errori, cattiva gestione del sito internet o azione premeditata di Publiacqua?” è la domanda che pongono Miriam Amato e Samuele Segoni.
Per quanto poi attiene alle lettere che la stessa società ha inviato agli utenti per informare del rimborso, non si sa (come denuncia il M5S) a quanti utenti sono state inviate, “in quanto non tracciabili. Così come non saranno tracciabili le richieste inviate per i rimborsi”.
E, in conclusione, il Movimento 5 Stelle punta il dito sulle “gravi responsabilità” e sulle “pessime performance gestionali di Publiacqua”, sulla mancanza di controllo dei comuni soci e dell’Ait, così come sulla totale mancanza di trasparenza: “E’ impensabile e inaccettabile che ad oggi, e cioè a sei giorni dalla scadenza, regni il più completo caos e non si sappia con precisione chi può o meno accedere al rimborso. Questo lede il diritto degli utenti ad essere rimborsati, ed è in contrasto con la stessa sentenza della Corte Costituzionale. E’ necessario fin da subito – concludono Segoni, Amato, Rigacci e Tapinassi – sospendere il termine per la presentazione delle domande, fare piena chiarezza sull’accaduto e iniziare una vera e capillare azione informativa nei confronti dei cittadini”. Chiediamo agli enti preposti di intervenire immediatamente a tutela degli utenti”.