L’ultima avventura di Casanova, ironia amara sul grande seduttore e sulla vita

Firenze – Verrà rappresentata a Roma, al Teatro di Porta Portese, l’11,12, 13 maggio alle 21 e domenica 14 alle 18,30, la pièce “Casanova a Londra, l’ultima avventura di un grande seduttore”.

L’opera, di cui sono autori Grazia Melai e Stefano Martinelli, è ispirata a un episodio delle memorie di Giacomo Casanova, e rievoca un’avventura – o meglio, una disavventura – sentimentale che il celebre seduttore ha vissuto a Londra, dove era approdato dopo un lungo girovagare in Europa, e infinite traversìe, nel 1763. Vincenzo Martinelli, un connazionale (anch’egli una figura realmente esistita, letterato e storico di una certa fama) lo introduce nella società londinese, dove Casanova conosce Marianne, una bellissima giovane, figlia di una donna – Carol – che Casanova aveva conosciuto molti anni prima a Parigi, e di cui a malapena si ricorda. A Parigi Carol si era invaghita di lui ma Casanova, impegnato in quel periodo in un’altra conquista femminile, non aveva approfittato della sua disponibilità. E Carol – ormai una donna senza scrupoli – non ha dimenticato questa ferita inferta al suo amor proprio.

Casanova si innamora perdutamente della giovane Marianne, che, lusingata, cede apparentemente, alla sua corte e ai suoi desideri; ma al momento cruciale non può concedersi perché si trova a letto, pressoché corazzata in un’impenetrabile bardatura – impostale dalla madre Carol, che Casanova non riesce a infrangere. La cosa si ripete più volte: la fanciulla si giustifica per questo con la stretta sorveglianza di sua madre. Il comportamento della giovane conduce infine all’esasperazione il grande seduttore, tanto più quando questi inizia a sospettare che Marianne possa avere un amante, un giovane parrucchiere, al quale viceversa forse si concede senza problemi.

Disperato, Casanova decide di uccidersi gettandosi nel Tamigi con le tasche piene di sassi: il fallimento comporta, infatti, per l’irresistibile dongiovanni, una crisi psicologica, una sorta di tracollo esistenziale insopportabile. È la prima volta che una donna gli si nega, ed egli comincia ad avvertire l’ombra nera della vecchiaia. Lo salva dal suicidio Martinelli – che è innamorato senza speranza e senza le sostanze necessarie di Carol – il quale convince l’avventuriero a sedurre finalmente Marianne con uno stratagemma.

A Londra, infatti, esiste un particolare bordello diretto da Madame Giselle nel quale, mascherate, si concedono agli uomini donne rispettabili e insoddisfatte. Martinelli convince quindi Marianne a mascherarsi e a concedersi in questo modo, a Casanova, sfuggendo alla stretta sorveglianza materna e del Conte che la protegge come sua giovane amante.

Tutto va come ha previsto Martinelli, senonché …….

La commedia è stata scritta a quattro mani da Grazia Melai – che è attiva nell’ambiente teatrale da molti anni, ed ha rappresentato recentemente a Firenze due sue opere:- “Il leone nero” e “Noi lo chiamavamo amore” – e Stefano Martinelli, docente di Storia contemporanea all’Università di Firenze, autore del romanzo, “Come sono le donne”, da cui è stata tratta l’omonima pièce, messa in scena qualche anno fa, e di una “commedia con musiche”, “Polly ovvero l’opera del milionario”, interpretata con successo da Maria Cassi presso il Teatro del sale di Firenze. Le musiche e le canzoni originali (che propongono Casanova a Londra come una commedia in musica) sono di Danilo Pace con i testi di Tonino Tosto che firma anche la regia.

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