Luciano Gallino a Firenze, sala piena e file in strada

Luciano Gallino in grande forma, ieri sera allo Spazio Alfieri, per la presentazione del suo nuovo libro (uscito da circa due mesi) “Il colpo di stato di banche e governi” per i tipi di Einaudi. Un'occasione per ripercorrere la strada in discesa che l'indifferenza, l'incomprensione, i mezzi finanziari hanno spianato a banche e governi appunto per irretire l'Europa in un sistema di sacrifici  di molti a vantaggio della ricchezza di pochi. E con il consueto rigore scientifico e la lucidità di cui ha sempre dato prova, il sociologo per l'economia Luciano Gallino ha condotto una platea attenta e silenziosa nei gironi di una discesa all'inferno senza eguali: a partire dal concetto stesso di coplo di stato, che dà l'indicazione portante all'intera lettura, e che è inflazionato da citazioni anche a sproposito. Dunque, di colpo di stato si può parlare, dice Gallino, nel caso in cui una parte di uno stato si attribuisce un potere che non gli spetta prendendo a motivazione lo “stato d'eccezione”. Ebbene, vi dicono qualcosa le allocuzioni “debiti eccezionali”, bilanci da pareggiare con “misure eccezionali”, sospensioni eccezionali delle regole democratiche? E gli slogan: “non ci sono alternative”, “bisogna fare tutto ciò che è necessario”, “spending review” applicata a stato sociale, sanità, istruzione, “perché è il prezzo da pagare”? Ma chi paga questo prezzo, giustappunto?

La tesi di Gallino, che, a dire il vero, ormai trova molti sostenitori e estimatori anche oltreoceano dove per qualcuno tutto è cominciato, è che l'austerità degli ultimi anni non sia altro che un preciso progetto politico. Niente da spartire con tesi cospirazionistiche, intendiamoci: il porfessor Gallino rimane sui fatti, propone date, indica svolte. Ad esempio, il periodo 2007-2008, la grande crisi bancaria che porta il mondo intero sull'orlo del baratro. Il salvataggio impegna Fed con 29 trilioni di dollari in pasto alle banche, il governo inglese mette oltre un trilione di sterline per salvataggi in casa propria, l'Italia impegna fra i 52 e i 56 miliardi nel salvabanche. Ed ecco che accade qualcosa: fino al 2010 il dibattito sui soldi assegnati a salvare gli sitituti di credito ferve e diventa minaccioso, a fronte dell'impoverimento generale, ma poi si spegne e scompare dai media. A febbraio 2010, in compenso, il tema generale diventa il debito pubblico: le spese dello Stato, fra febbraio e marzo, sono la voce più gettonata dai media di tutti i tipi. E la Bce impone i sacrifici, arriva il diktat alla Grecia, con la macelleria della classe media che viene “bruciata” quasi totlamente, mentre il neo liberismo addirittura (è scritto nel documento) svelle persino le restrizioni in campo alimentare per l'infanzia in nome della più scatenata ed estrema libertà di circolazione delle merci cui si sia mai assistito nella storia dell'umanità. La Grecia cade in ginocchio. E arriva anche la famosa lettera di raccomandazioni all'Italia. Che cosa comporta? Riforma delle pensioni, esodati, l'obbligo del bilancio in pareggio, mai esistito prima nella storia delle nazioni,  la legge conosciuta come patto fiscale. Pagare: quanto? La riduzione delle spese ammonterebbe a circa 50 milioni l'anno per vent'anni, rispettando gli impegni. Possibile? No. Ma se fosse possibile, a che prezzo?

E dunque? Per il professor Gallino, è indispensabile ridiscutere i patti europei. Il problema principale è che siamo di fronte a una sconfitta storica, in cui, come riporta uno dei relatori, chi è stato sconfitto è tutto quel gruppo di diritti “sociali” che si sintetizzavano nel “welfare” che ora si ritiene “roba da soprassedere” in nome dei diritti ormai assurti a religione unica di libero mercato, libera circolazione delle merci. Anche il lavoro è un “intralcio” alla realizzazione del profitto: troppo costoso, troppi legami, addirittura la pretesa di un lavoro per tutta la vita. Incredibile, vero? E via di questo passo, lo Stato non ha più soldi. Sì, ma chi li ha? E come mai ci sono per le banche? E perché lo stato è defraudato del suo compito storico, quello di produrre ricchezza? …. E perché … alcune delle risposte, forse non tutte, ma qualcuna lucida e chiara, nel libro di Gallino

Luciano Gallino
“Il colpo di Stato di Banche e Governi”
Einaudi editore
19 euro

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