Lucca, Carrara e Pistoia, vigilia di voto per il ballottaggio

Firenze – Domenica di ballottaggio per tre importanti città toscane. I capoluoghi di provincia Lucca, Carrara e Pistoia potrebbero essere alla soglia di quella che, ognuno a suo modo, potrebbe rappresentare una svolta significativa per l’intera Regione, e un caso a livello nazionale. Alle scorse elezioni dell’11 giugno, infatti, in nessuna delle tre città un candidato ha conquistato oltre la metà dei voti. 

I cittadini chiamati al voto saranno a Lucca  77.813 , a Pistoia 73.171 e 54.450 a Carrara. Le urne resteranno aperte dalle 7 alle 23.

La sfida decisiva si giocherà domenica, 25 giugno, a Lucca, fra Alessandro Tambellini, sindaco uscente e campione del centrosinistra, e Remo Santini, che ha l’appoggio delle destre. Con una particolarità interessante: è quasi certo che, se il candidato del centrodestra vorrà vincere al ballottaggio, dovrà contare sui voti (una percentuale significativa) di Casapound, il cui candidato, Fabio Barsanti, raggranellò l’8% l’11 giugno scorso. Si tratterebbe di un'”entrata” clamorosa in una città d’importanza come Lucca per quanto riguarda la formazione di estrema destra, almeno in Toscana. Che sia alla chetichella, senza dichiarazioni ufficiali, o scoperto, sarebbe comunque un percorso interessante, in quanto se l’esperienza del centrosinistra con Tambellini ha interrotto un lungo percorso di governi cittadini improntati al centrodestra, per tornare al potere i gruppi conservatori cittadini potrebbero aver bisogno della “stampella” di Casapound, che, pur non essendosi ancora ufficialmente imparentato con nessuno, tuttavia appare inevitabilmente, se dovesse esprimersi, un serbatoio di voti per Remo Santini. E, dal momento che il divario con Tambellini è, a conti fatti, di appena mille voti (a vantaggio del sindaco uscente) appare chiara l’importanza del “rinforzino” della destra radicale per la vittoria del centrodestra conservatore. 

A Pistoia la partita si gioca fra Samuele Bertinelli, sindaco uscente e candidato del centrosinistra e Alessandro Tomasi, sostenuto dalle destre, ricompattate intorno a una candidatura che potrebbe davvero far sudare il sindaco uscente. Bertinelli, lo ricordiamo, ha scontato la frammentazione del centrosinistra, tanto più che ha dovuto correre con l’opposizione di un altro candidato, Roberto Bartoli, uscito dal Pd, che ha ottenuto oltre 4mila voti. Insomma a Pistoia una situazione classica, ma invertita rispetto alle ultime vicende: a fronte della frammentazione del centrosinistra (con la perdita di pezzi del Pd) il centrodestra unito, con la fortissima presenza unificante di Forza Italia, rischia davvero di trasformare il ballottaggio in un clamoroso sgambetto delle destre al rappresentante del centrosinistra. Strappando in modo assolutamente imprevisto la città a una lunga fila di governi di sinistra.

Carrara, d’altro canto, rappresenta una di quelle sfide che il Pd non si augurerebbe mai. Vale a dire, di fronte non il “nemico” tradizionale, bensì il M5S, che, con Francesco De Pasquale potrebbe davvero mettere in imbarazzo il candidato piddino Andrea Zanetti. Una sfida che va anche contro la tendenza nazionale che ultimamente sembra vedere un certo disagio nelle file dei pentastellati, con un arretramento del consenso che finora li ha sostenuti. e a conti fatti, non sarebbe impossibile per De Pascale giungere alla poltrona di sindaco, segnando due goal: uno,  a livello territoriale, per la sfida vinta sul campo del Pd; l’altra, a livello nazionale, che potrebbe segnare un segnale di riscossa importante dopo i risultati deludenti della consultazione dell’11 giugno scorso.

A conti fatti, la posta in gioco domenica si delinea essenziale per definire il futuro prossimo del maggior partito del centrosinistra, almeno in Toscana, ma con forti ricadute anche a livello nazionale. Nel caso che in tutte e tre le città si realizzasse la sconfitta dei candidati di centrosinistra, si parlerebbe di ben più di un malessere e le conseguenze dovrebbero essere ben analizzate dall’attuale gruppo dirigente piddino. Se anche con due sconfitte si dovrebbe parlare di “analisi urgente”, tuttavia la forza della tradizione toscana potrebbe rendere questo sofferto ballottaggio a tre, solo un ennesimo, ma pesante, segnale di allarme per il Pd.

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