Le amministrazioni locali e, forse, l’intera città dovranno chiedersi perché, domani, quasi un migliaio di persone ha deciso di scendere in piazza per difendere l’onore e la storia della propria squadra di calcio, organizzando una manifestazione della quale è difficile ricordare precedenti. Sabato 11 gennaio 2014, infatti, i gruppi organizzati della tifoseria granata assieme a tantissimi tifosi di ogni età e provenienza sfileranno per le vie del centro in segno di protesta dopo le ultime, scottanti vicende che hanno visto il passaggio dello stadio cittadino alle dipendenze del patron della Mapei e del Sassuolo Calcio, Giorgio Squinzi. Il corteo sarà assolutamente pacifico e prenderà il suo via sotto la Curva Sud del vecchio e glorioso Mirabello per arrivare fino agli uffici comunali di Piazza Prampolini, dove una delegazione di tifosi consegnerà agli amministratori locali una lettera di intenti; in essa saranno racchiuse le volontà e le richieste del pubblico granata, stanco di essere considerato l’ultimo ruota del carro, che chiederà al Comune un impegno a favorire l’ingresso di nuovi soci e/o imprenditori per dare un definitivo rilancio alla società gestita ora da Barilli (molti auspicano l’entrata proprio del presidente di Confindustria). L’assessore allo sport Mauro Del Bue si è già detto disponibile ad accogliere i tifosi se – e come penso sarà – si tratterà di una manifestazione pacifica; sul web, le adesioni hanno già superato quota 600 partecipanti ma gli organizzatori puntano ad essere addirittura più di 2000 persone a colorare di granata le vie del centro.
Numeri a parte, è interessante vedere quali sono le reali motivazioni che hanno spinto i tifosi ad organizzare un evento di tale portata: al centro della protesta vi sono il totale disinteresse e la scarso impegno da parte delle amministrazioni comunali – che si sono avvicendate in questi ultimi anni – nei confronti della maggiore società sportiva reggiana, a partire dagli anni del suo fallimento. Ad esse, viene accusato il fatto di non aver mai tutelato gli interessi della società granata e di aver impedito, a sua volta, il completamento del progetto attorno allo stadio ai tempi di Dal Cin. Questo, viene infatti ritenuto dagli organizzatori il punto di partenza dei problemi societari che afflissero la Reggiana agli inizi degli anni 2000 e che portarono, di conseguenza, al fallimento della società granata.
Si è vero, senza la la recente (s)vendita dello stadio cittadino – da anni simbolo dell’intera città oltre che dell’amore incontrastato per la maglia granata – probabilmente la manifestazione non sarebbe mai stata organizzata ma i tanti anni di sconfitte e di magoni buttati giù hanno convinto i tifosi a decidere di scendere in campo per far sentire la propria voce con la promessa che, da questo momento in poi, saranno vigili osservatori di tutte le decisioni riguardanti la loro squadra del cuore. Succede, così, che sul banco degli imputati finiscano oggi i vari Del Rio, Del Bue e persino il povero Barilli che in questi anni ha cercato di fare il possibile per risollevare la Reggiana dal baratro nel quale era finita. Domani, in piazza, non scenderà solamente la rabbia dei tifosi che, recentemente, sono stati privati della loro “casa”. No, domani scenderanno in piazza 15 anni di delusioni e di sogni infranti…