Lorenzo Bargellini è morto, ha difeso la Firenze dei senza diritti

Firenze – Lo hanno trovato nel suo appartamento in via Reginaldo Giuliani, stroncato con ogni probabilità da un malore. Lorenzo Bargellini, leader del Movimento di Lotta per la Casa fiorentino, è morto oggi, nel pomeriggio. Cinquantanove anni a novembre, è stato trovato da un amico, che ha chiamato il 118. Ma non c’era più niente da fare: sembra che “Mao” fosse morto da alcune ore. Sul posto è giunta anche la polizia.

Le telefonate si susseguono angosciose e angoscianti: “Lorenzo è morto”. “Ma dài, è una bufala”. “Chi te lo ha detto?”. “Impossibile. L’ho visto ieri sera”. Invece Lorenzo Bargellini è morto. Abbiamo aspettato, prima di scriverlo, quasi timorosi che quelle parole, quel titolo, rendessero più reale una notizia che non avremmo mai voluto scrivere. E’ proprio morto, Lorenzo Bargellini, “la coscienza di Firenze”, come disse di lui una volta l’allora presidente del Quartiere 1, che non si poteva certo annoverare fra i suoi estimatori. Eppure, Lorenzo, “Mao”, destava il rispetto anche di chi si trovava sulle barricate contrarie.

E’ morto nel suo appartamento, in seguito probabilmente a un malore, a quel cuore che aveva sempre gettato al di là dell’ostacolo e che da tempo si rifiutava di fare il suo dovere. “Troppe ingiustizie, troppi problemi presi in carico”, sussurra qualcuno. Un cuore generoso, che aveva aperto, spalancato a quelli che non avevano tetto, visibilità, diritti. Leader storico del Movimento di Lotta per la Casa, combattente indefesso, come aveva dimostrato anche negli ultimi mesi, con l’occupazione dai Gesuiti, che aveva fatto in modo di riportare alla ribalta un problema che da decenni ormai si trascina nel sistema venoso della città. Una telefonata al 118 avverte di un malore. Quando gli operatori arrivano, Lorenzo è morto, forse da qualche ora.

La città era cambiata. Lo diceva spesso negli ultimi tempi, una mutazione che stava portando Firenze in un indistinto altrove, dove rischiava di perdersi la solidarietà del quartiere, la coscienza di se stessa, annegata da tanti, troppi alloggi turistici, fast-food, vinerie sapientemente camuffate da finto rustico, oppure offerte per straricchi, per stralusso. A rimanere indietro, i suoi, quel popolo senza nome e voce di cui Lorenzo, lui che era nato vicino al potere e ai soldi, si era fatto carico come suo popolo, in una scelta radicale che lo ha coinvolto fino alla fine.

Dunque, Lorenzo è morto, ma quel popolo di senzanome e senzatetto rimane. Un baratro d’assenza inghiotte l’ultimo Principe di Firenze  (possiamo scriverlo ora, lui presente non avremmo mai osato), ma le sue battaglie si fanno ancora più frequenti e più dure. Firenze lo saluti.

 

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