Mentre si preparano le celebrazioni del centenario della nascita di don Giuseppe Dossetti, l’onda lunga e attuale del cattocomunismo (nella sua accezione scevra di ogni giudizio), starebbe piazzando dalle nostre parti l’ultimo, finale colpo di coda. Non è un caso infatti che il quotidiano la Repubblica abbia dedicato ai suoi esponenti più limpidi, Castagnetti e Delrio, un primo piano così evidente nel tratteggiare un possibile valzer di poltrone. Di cui peraltro, tra silenzi e semi-smentite, si discute da tempo: Delrio ministro e Castagnetti primo cittadino di Reggio a concludere tra le mura amiche una più che onorata carriera politica.
Se questo sia possibile (per alcuni auspicabile) o solo fantasie pre-elettorali, si vedrà presto. Certo che la vicenda Vanna Iori, in quota margherita, professoressa priva di curriculum specifico, trombata alle pre-parlamentarie dalla dirigenza Pd e poi inserita alla chetichella nel listone regionale in una posizione quasi “blindata”, la dice lunga sulla potenza di fuoco che ancora oggi le truppe cattoliche democratiche locali riescono a sprigionare pur in assenza di una corrispettiva fanteria elettiva. In sostanza possibilità decisionali semi-illimitate al cospetto di una base elettorale sempre più limitata.
Sacrificato sull’altare dell’alternanza il fidato Beppe Pagani, gli ex margheritini o margheritici per la loro inscalfibile presenza, hanno imposto Vanna ma non solo. A testimonianza ulteriore di chi conta davvero, alla faccia dei Pepponi trinariciuti e del tempo che passa senza grandi rinnovamenti, l’insegnamento e gli epigoni dossettiani starebbero ultimando la strategia di cui dicevamo, data per certa da la Repubblica. Chiosando in modo impeccabile il centenario che scatterà tra un mese esatto. Se e quanto tutto ciò abbia poi a che afferire col cattolicesimo professato (non necessario in politica sia ben chiaro), vedremo in un secondo momento