Locazioni, canoni in calo ma Firenze rimane la terza città più cara

Firenze – Canoni di locazione in ribasso nelle grandi città e nel primo semestre del 2014, ma, pur segnando un calo (solo per monolocali e trilocali, i bilocali hanno addirittura, se pur lievemente, guadagnato) Firenze rimane una delle città più care d’Italia per quanto riguarda l’affitto; davanti ci sono solo Roma e Milano. I canoni medi mensili nel primo semestre 2014, infatti, vedono, secondo l’analisi dell’ufficio studi di Tecnocasa, Firenze collocarsi al terzo posto: 460 euro l’affitto medio per un monolocale, 590 per un bilocale, 680 per un trilocale. Il calo sul canone è stato di – 2,6% per quanto riguarda la tipologia del mono locale, mentre per i trilocali si è andati “sotto” dello 0,9%. E per i bilocali, segno più: +0,2%.

Dunque, Firenze rimane una delle città più care d’Italia per quanto riguarda il costo abitativo: lontano da Roma (rispettivamente, 580 euro per il mono, 750 per il bilocale e 930 per tre stanze) e Milano (510, 670 e 880) ma “sopra” seppur di poco, di una città simile come Bologna, che vede i monolocali costare mediamente 400 euro al mese, 490 euro due stanze e 575 tre.

In generale, la tendenza registrata dall’agenzia immobiliare è tuttavia di contrazione dei canoni da un lato, dall’accresciuta “diffidenza” dei proprietari dall’altro. Non solo: crescono anche le esigenze degli inquilini.

Per quanto riguarda il primo punto, la tendenza sul suolo nazionale è di una contrazione dei canoni pari, nelle grandi città, a -1,8% per i monolocali, -1,5% per i bilocali e -1,7% per i trilocali. Nei capoluoghi di provincia la contrazione è stata dell’1,3% per i monolocali e dell’1,2% per bilocali e trilocali. Del resto, il panorama offre una diminuzione della disponibilità di spesa dei potenziali inquilini a fronte di un’offerta di immobili in affitto in aumento.

Leggermente cambiate rispetto agli anni scorsi anche le motivazioni di chi cerca casa in affitto: il 58,7% lo fa per trovare l’abitazione principale, mentre merita di sottolineare un altro dato, vale a dire che “anche in questo semestre tra coloro che chiedono i immobili in affitto si registrano numerosi casi di persone che non riescono ad accedere al mercato del credito”, come rileva l’ufficio studi di Tecnocasa. Una quota di chi cerca affitto sono coloro che si trasferiscono per lavoro (36,5%) e, infine, chi va a vivere altrove per motivi di studio e cerca casa vicino alla sede della facoltà frequentata (4,8%). Rispetto all’anno (e al semestre) precedente si nota una diminuzione della percentuale di queste ultime due motivazioni.

Spiegazione? Potrebbe verificarsi una diminuita capacità di mobilità dovuta all’aumento della disoccupazione oltre al fatto, suggerisce Tecnocasa, “che gli studenti scelgano università più vicine al luogo di residenza”.

Per quanto riguarda il punto di vista demografico, in evidenza il fatto che il 39,3% di coloro che cercano affitto ha un’età compresa tra 18 e 34 anni, il 32,2% ha un’età compresa tra 35 e 44 anni; il 59,6% è rappresentato da single.

Per quanto riguarda le tipologie di contratto di locazione, quello più praticato è il canone libero (4+4), seguito dal concordato e poi da quello ad uso transitorio. Aumenta l’appeal del contratto concordato, soprattutto dopo l’applicazione della cedolare secca agevolata prevista per questa tipologia di contratto.

La domanda di abitazioni in affitto si concentra in particolare sui bilocali (38,5%), a seguire il trilocale (35,8%).

Infine, sulla tipologia di offerta e domanda: dal lato dei proprietari si riscontraun aumento della rigidità da parte dei proprietari ad affittare l’immobile, in quanto si desiderano maggiori garanzie  sull’affidabilità dell’inquilino e la continuità dei pagamenti dei canoni di locazione”, anche questo effetto, molto probabilmente, della crisi; dal lato della domanda, “i potenziali locatari sono sempre più esigenti nella ricerca dell’immobile e si evidenzia una maggiore facilità di affitto per le soluzioni di “qualità”, dove per qualità si intende non solo lo stato dell’immobile ma anche la qualità dell’arredamento, la presenza di ambienti luminosi e di servizi in zona”. Fra le richieste dei potenziali inquilini, cresce l’interesse per gli immobili arredati o parzialmente arredati e per la presenza di riscaldamento autonomo. In diminuzione la ricerca di appartamenti in affitto da parte delle aziende per i propri dipendenti.

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