Lo “Stato transitorio” della gente di Monticchiello

Firenze – Due volti nuovi appaiono sulla scena del Teatro Povero di Monticchiello. Si chiamano Giampiero Giglioni e Manfredi Rutelli e sono i nuovi registi dell’autodramma che da sabato 20 luglio a mercoledì 14 agosto verrà rappresentato, come ogni anno, nella piazza della Commenda del paese della Val d’Orcia.

Prendono il posto di Andrea Cresti che dal 1981 coordinava, guidava, estraeva maieuticamente dalla gente del paese umori, timori e aspirazioni per creare quel miracoloso fenomeno che è una produzione teatrale legata alla realtà del territorio sopravvissuta a tutti i cambiamenti e i traumi di mezzo secolo di vita italiana.

Un passaggio generazionale, dunque, uno “Stato transitorio” come suona il titolo dell’azione scenica di quest’anno. E come accade nei momenti critici, quando finisce un’epoca e se ne apre un’altra, quando una nuova generazione prende il posto della vecchia, finiscono certezze e abitudini e si deve ricostruire tutto: fiducia autorevolezza, stili, metodi di lavoro.

Come si sa è da questi momenti critici che si delinea una nuova creatività che scorre con lo scorrere delle giovani generazioni. Cresti, per garantire la continuità, è restato per dare consigli e competenza: ha partecipato alla stesura del testo e alla scenografia.

Tuttavia, Giglione e Rutelli annunciano nuovi metodi di lavoro, nuove idee. Giglione che è anche membro della cooperativa di comunità che non solo produce gli spettacoli, ma rappresenta un punto di riferimento culturale e solidaristico per i paesani e Rutelli che si è occupato di teatro sociale ed è entrato profondamente nello spirito e nel meccanismo creativo dell’autodramma.

Il cambiamento generazionale è una delle costanti dell’esistenza umana e i suoi effetti nel microcosmo di Monticchiello non potevano non essere l’argomento dello spettacolo numero 53. Del resto il segreto della longevità e della vitalità del Teatro Povero consiste proprio nel dare voce e portare sulla scena il sentire profondo della comunità di fronte agli eventi e al vento del cambiamento.

Il passaggio delle consegne fra i registi prende la veste di una metafora  teatrale, perché il teatro informa l’anima di Monticchiello. “Il tema delle eredità, delle prosecuzioni, delle continuità  e dei necessari mutamenti” , in una parola lo stato transitorio, si declina nelle difficoltà di realizzare lo spettacolo: “C’è un palcoscenico laggiù, ma non sarà facile salirci..”. E così – prosegue il testo di presentazione – “mentre sul palco passato e presente si confondono scambiandosi energie e vita, uno stato transitorio attraversa come un’elettricità il nostro palcoscenico, oggi come ieri in grado di riflettere su ciò che più lo anima e lo ferisce”.

Fra i problemi di un passaggio generazionale c’è anche quello della compagnia teatrale, dicono i registi. Mentre gli anziani potevano affrontare un mese e mezzo di prove e 23 repliche fra luglio e agosto, i giovani hanno molte più difficoltà nel sostenere questo impegno cresciuto negli anni . Intanto però sulla scena di Stato transitorio si alternerà una cinquantina di attori di tutte le età.

Foto: da destra Giampiero Giglioni e Manfredi Rutelli

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