Alla fine è successo davvero: lo stadio ex Giglio (poi Città del Tricolore, oggi Mapei Stadium) di Reggio Emilia da oggi è della Mapei di Giorgio Squinzi. Il quale, oltre ad essere presidente di Confindustria, è il patron del Sassuolo, squadra di A che non sta andando affatto male.
Se non ci fossero le dure leggi del mercato, ci sarebbe da scomodare Kafka, o il teatro dell’assurdo di Pinter e Beckett. Perché adesso alla Reggiana potrebbe toccare un ritorno al Mirabello, previo magari il pagamento dell’affitto in casa propria.
Come si è arrivati a questo punto? Semplicemente, con un’offerta all’asta pubblica di oggi in tribunale. Davanti al giudice Luciano Varotti e alla presenza del curatore fallimentare Adolfo Barbieri, l’offerta di Squinzi ha superato di 100mila euro quella della Football Properties srl, la società costruita ad hoc dal presidente della Reggiana Alessandro Barilli.
“È andata così così”, ha detto il presidente granata all’uscita – abbiamo fatto di tutto e di più per aggiudicarci lo stadio, ma di sicuro non mi metto a fare aste con Squinzi”. Sugli eventuali accordi operativi tra le società per Barilli c’è ancora tempo. “Vedremo come regolarci, non è una priorità in questo momento”.
L’offerta di Squinzi, avvisaglia del probabile passaggio di mano dello stadio, era arrivata a sorpresa due giorni fa. Il presidente di Confindustria e del Sassuolo era il favorito all’asta e i numeri lo hanno confermato. La sua offerta è stata di 3 milioni e 750mila euro, contro i 3 milioni e 650mila offerti da Barilli e soci.
Ma agli sportivi reggiani che forse stanno tentando di riprendersi dallo shock va ricordata una cosa: lo stadio è stato assegnato provvisoriamente. Per legge dovranno passare dieci giorni prima di una nuova asta, nella quale nel frattempo potranno essere presentate nuove offerte, anche da soggetti terzi, a patto che siano maggiorative del 10% rispetto al valore di base, ma partendo comunque dall’offerta di Squinzi.