Livorno, i portuali minacciano 10 giorni di sciopero

Livorno – I portuali di Livorno sono sul piede di guerra.  Sicurezza, salario e salute,  non sono più negoziabili.  E,  se le proposte formulate dai sindacati non troveranno ascolto,  sono pronti allo sciopero: dieci giorni in cui incroceranno le braccia,  bloccando il porto.  La decisione è  stata presa nel corso dell’assemblea tenuta con Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti.

Fronte sicurezza in porto, “abbiamo avuto conferma del mancato impiego dei segnalatori, dell’utilizzo compulsivo dello straordinario” e ci sono “interferenze tra lo sbarco passeggeri e l’imbarco-sbarco dei rotabili”, spiegano i confederali.

Salute, nei garage dei traghetti “roll-on/roll-off” sono state riscontrate condizioni climatiche tali da sospendere le attività. “Criticità risolte parzialmente con soluzioni spesso artigianali, ma che non attenuano adeguatamente l’esposizione alle polveri sottili dei portuali. Inoltre, è stato denunciato, ed è semplice da verificare, un alto utilizzo del lavoro notturno. Il tutto aggravato dalla iniqua distribuzione tra i lavoratori”.

Stipendi, visto che “è diffusa con sistematicità la pratica del sotto-inquadramento in relazione alle mansioni prevalenti svolte, con il risultato di un’ulteriore compressione salariale. Nello specifico, in alcune realtà, emerge un’alta rotazione del personale in ingresso con contratti a termine che, spirati i termini, vengono sostituiti con altri lavoratori a tempo determinato”.

Una scelta che danneggia “le professionalità incrementando il precariato”. Nel porto, infatti, “il precariato ha numerose connotazioni, che non coincidono soltanto con la natura contrattuale, ma spesso con l’organizzazione del lavoro e la conseguente indisponibilità dei tempi di vita. Un ulteriore elemento precarizzante, inoltre, è il salario insufficiente”.

Da Livorno a Piombino. Oltre alle criticità comuni, il porto di Piombino “soffre delle incertezze di sviluppo e della crisi dell’industria siderurgica. Seppur con specifiche priorità i lavoratori di Piombino stanno attraversando una fase estremamente complicata che deve trovare composizione nella logica di sistema”.

La richiesta. Cgil, Cisl e Uil chiedono l’aumento del 10% delle retribuzioni base; una ricognizione e un adeguamento dei livelli retributivi; la verifica della rotazione dei contratti a tempo determinato e stabilizzazione dei lavoratori precari per mezzo di una campagna di assunzioni con contratti a tempo indeterminato e “rendere operative le disposizioni sanzionatorie del provvedimento 22 dell’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale”.

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