Tra nostalgia dei bei tempi andati e rivalità mai sopite, è il senatore Carlo Giovanardi l’alfiere dell’orgoglio modenese. A preoccupare il parlamentare dell’Udc non sono tanto le sorti della riforma e i tanti problemi legati alla fusione delle province di Modena e Reggio: mancano risorse, le competenze dell’ente sono ancora tutte da definire, il futuro dei lavoratori è incerto, ma ad agitare il sonno di Giovanardi – e di altri esponenti politici del centrodestra – è la denominazione della nuova provincia. Meglio allora guardare indietro, quando a regnare sulle due sponde del Secchia era il duca d’Este. Un passato così glorioso che secondo il senatore la proposta di denominare provincia di Reggio Emilia e Modena “non è soltanto una illogica follia, ma anche un offensivo falso storico”.
Secondo Giovanardi a porre rimedio all’affronto ci ha già pensato il Consiglio dei ministri che avrebbe già deciso di chiamare Modena-Reggio Emilia la nuova provincia. “Quale migliore occasione – dice il senatore – per ricomporre la storia plurisecolare conosciuta in tutta Europa come Stato di Modena e Province modenesi, recuperando anche sin dal titolo della nuova provincia il termine Modena-Reggio Emilia, che richiama comunque la più completa denominazione storica del Ducato di Modena, Reggio Emilia ecc…? Non a caso qualche anno fa, quando l’antica Università di Modena si è estesa a Reggio Emilia, il nuovo Ateneo ha assunto il nome di Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore). La logica pertanto, la storia, la cultura, il buon senso, e se volete l’ordine alfabetico, rendevano impraticabile e surreale la proposta di nominare la nuova provincia Reggio Emilia-Modena.
“Di fronte a risse di tipo campanilistico che stanno avvelenando tante situazioni in giro per l’Italia, – conclude Giovanardi – la decisione di Modena di unirsi a Reggio Emilia riscoprendo una storia comune e proiettandola nel futuro di una nuova Provincia che per territorio, popolazione e reddito procapite è già superiore alla città metropolitana di Bologna, può essere senz’altro per tutti un esempio serio di saggezza e lungimiranza”.