Firenze – Via libera al piano operativo regionale per lo smaltimento delle liste di attesa entro la prossima estate, dopo l’incremento di volumi dovuto alla pandemia. L’adozione del piano è stata approvata nell’ultima seduta di giunta su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini e consentirà la riduzione straordinaria delle liste di attesa, permettendo alle aziende e agli enti del sistema sanitario regionale di integrare l’attività istituzionale e quella aggiuntiva. Per le prestazioni da recuperare, sospese a causa del Covid-19 e relative ai tre livelli di assistenza (interventi chirurgici, prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali e screening), la Regione Toscana ha stanziato tutte le risorse previste dalla legge di stabilità 2022 (la 234 del 2021) ovvero 31,5 mln di euro.
Il nuovo piano fornisce non solo le linee guida sulle modalità organizzative da adottare per il recupero delle prestazioni non erogate definendo le risorse utilizzabili sia per livello di assistenza che per azienda sanitaria, ma contiene anche un preciso cronoprogramma di recupero, che le aziende dovranno rispettare e sul quale è previsto un monitoraggio trimestrale, per valutare le risorse economiche impiegate e i volumi di prestazioni recuperati.
In particolare, tenuto conto che nel primo trimestre 2022 l’erogazione di prestazioni è ancora condizionata dalla diffusione della pandemia, le aziende dovranno raggiungere entro l’estate il rientro sul cosiddetto ‘catchment index’ e garantire le prestazioni che saranno prenotate, entro i tempi massimi previsti dal Piano regionale di governo delle liste di attesa (Prgla) almeno per il 90% delle prestazioni.
La direzione Sanità Welfare e Coesione Sociale ha già riattivato il tavolo di confronto con le aziende (sia per le prestazioni ambulatoriali che per gli interventi chirurgici) e ha riunito la settimana scorsa l’Osservatorio regionale sulle liste di attesa alla presenza dell’assessore Simone Bezzini e del direttore Federico Gelli. Sulla base di quanto disposto nel Piano verranno realizzati progetti specifici per le prestazioni che risultano a maggiore criticità, anche prevedendo la possibilità di richiamare tutti gli utenti, che hanno prestazioni prenotate fuori i tempi massimi, per anticiparne l’erogazione.
“Per il recupero delle prestazioni, sospese a causa del Covid anche nel 2021, abbiamo stanziato quasi 32 milioni di euro, vale a dire tutte le risorse previste dalla legge di stabilità – commenta il presidente Eugenio Giani – la recente adozione del nuovo piano ci consentirà di rafforzare le strategie organizzative, condivise con le aziende sanitarie, per smaltire le liste di attesa entro l’estate e garantire le nuove prenotazioni entro i tempi massimi previsti dal piano, almeno per il 90% delle prestazioni -. Come Regione abbiamo messo in campo tutto il possibile. Grazie ad azioni mirate siamo riusciti a recuperare tutte le prestazioni sospese nel corso del 2020 e nel primo semestre 2021. Non è stato così, invece, per alcune prescrizioni effettuate nell’ultimo semestre 2021. Per risolvere queste criticità, determinate ancora una volta dal Covid, abbiamo messo a punto un piano di recupero attraverso una riprogrammazione puntuale dell’offerta pubblica, che comprende anche quella del privato convenzionato”.
“Il combinato disposto tra gli effetti della pandemia sulle liste d’attesa e l’aumento della domanda di prestazioni di questi mesi, in molti casi rinviate durante i picchi più acuti, richiede azioni concrete e cronoprogrammi certi, per garantire a tutti i cittadini prestazioni sanitarie in tempi rapidi, che per noi è un obiettivo prioritario e irrinunciabile – spiega l’assessore Bezzini -. Su questo l’attenzione è massima e l’attuazione di questo piano straordinario di rientro sarà costantemente monitorata. Verranno realizzati, inoltre ,progetti specifici per le prestazioni con più criticità”.
Alcuni dati
La pandemia da Covid-19 anche nel 2021 ha inciso profondamente sull’erogazione di prestazioni ospedaliere, specialistiche ambulatoriali e ha rallentato il programma di screening, producendo al contempo un rinvio, durante le fasi più acute, della richiesta di prestazioni da parte dei cittadini, che si sono poi concentrate tutte nello stesso intervallo di tempo.
Il fabbisogno di prestazioni, misurato attraverso le prescrizioni di visite ed esami strumentali, nella prima parte dell’anno 2021 si è riportato ai livelli dell’anno 2019, dopo il crollo di prescrizioni registrato durante il primo anno di pandemia. Tale andamento è rimasto costante fino a settembre 2021 mentre durante gli ultimi mesi dell’anno si è registrata un’impennata di prescrizioni per visite e prestazioni specialistiche. In particolare nel periodo settembre-dicembre l’incremento è stato pari al +25% rispetto allo stesso periodo del 2019, trend confermato anche nei due primi mesi del 2022. A tale incremento di domanda si è fatto fronte anche grazie all’utilizzo delle risorse previste dal decreto legge 104 del 2020 e da quello successivo 73 del 2021.
Complessivamente la Regione ha recuperato tutte le prestazioni che erano state sospese nel corso del 2020 e nel primo semestre 2021, mentre non tutte le prescrizioni, effettuate nell’ultimo semestre 2021, hanno trovato risposta nell’offerta a carico del servizio sanitario regionale.
Per risolvere le situazioni che sono risultate più critiche, la Regione ha messo in campo, in autunno, azioni mirate: per esempio, a inizio di ottobre, sono stati richiamati tutti i pazienti che avevano una prenotazione per visita oculistica o ecografia all’addome e prestazioni più critiche (sia per offerta che per superamento dei tempi massimi regionali di attesa), ottenendo una nuova riprogrammazione e la possibilità di effettuare la prestazione nella settimana successiva.
A causa della riemersione della domanda (al termine della fase più acuta dell’emergenza sanitaria pandemica e nonostante il recupero effettuato nel primo semestre 2021) nel secondo semestre 2021 si sono registrate le seguenti liste di attesa:
- 250 mila visite specialistiche (-6% dei volumi erogati nel 2019)
- 300 mila prestazioni diagnostiche (diagnostica per immagini, diagnostica strumentale; -7% dei volumi erogati nel 2019 )
- 37 mila interventi chirurgici programmati in ricovero (-17% dei volumi erogati nel 2019), riconducibili prevalentemente a interventi a bassa complessità, mentre è stata garantita la presa in carico dei pazienti che presentavano un quadro clinico complesso. In particolare, gli interventi oncologici di classe di priorità A sono stati effettuati, rispettando il tempo massimo di 30 giorni così come previsto dal Prgla.