L’intelligenza artificiale entra nel Parlamento italiano

Una delegazione negli Usa e un report che pone la Camera all’avanguardia

Una seduta qualunque della Camera consegnata a un sistema di Intelligenza Artificiale (IA) che, in pochi secondi, dice quali e quanti parlamentari hanno usato metafore nei loro interventi. E’ l’esperimento fatto in America davanti alla delegazione di parlamentari italiane (Anna Ascani, Rosaria Tassinari e Ilaria Cavo), in visita nelle università e nelle più grandi aziende che si occupano di Intelligenza Artificiale (Microsoft, Amazon, OpenAi, Google e Meta), per verificare le potenzialità del sistema applicato alle istituzioni.

Il Parlamento italiano è il primo al mondo, oltre a quello americano, che si è posto il problema di se e come utilizzare l’IA nelle attività delle Camere. Il viaggio delle deputate è stato organizzato dopo un anno di audizioni di esperti sul tema e promosso dal Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione, presieduto dall’onorevole Anna Ascani.

E’ l’intelligenza artificiale più avanzata che sbarca in Parlamento. Le nostre Camere legislative da tempo usano applicazioni digitali che hanno contribuito a mettere a disposizione un’enorme quantità di dati sulle loro attività. Basta navigare nei rispettivi siti internet per rendersene conto. Ma da qualche mese si sta preparando il salto di qualità che mette l’Italia all’avanguardia nel mondo. Si tratta dell’uso dell’intelligenza artificiale generativa, quella che fa più paura perché può sfuggire di mano ma che offre anche enormi potenzialità nella ricerca, comprensione e classificazione di testi, emendamenti e dossier preparatori alla stesura delle leggi, fino a dare indicazioni sintetiche su programmi e progetti in fieri.

Generativa’ perché genera contenuti nuovi e originali, non servono istruzioni precise, basta il contesto di riferimento per trarre conclusioni, come farebbe l’intelligenza umana. Genera non solo testi ma immagini, audio e video, semplifica documenti complessi,  può perfino creare scenari e progettare politiche.  Ma genera anche perplessità, in un contesto – quello istituzionale – dove la garanzia di controllo e trasparenza è essenziale: “E’ importante che il Parlamento italiano concorra a creare una sinergia di esperti e guardiani in modo che l’utente non sia lasciato solo davanti alla potenza dell’IA”, ha esortato il professor Maurizio Ferraris, dell’Università di Torino, sentito alla Camera. Poi ha ipotizzato un ‘webfare’, cioè un “meccanismo redistributivo che consenta a tutti di godere dei frutti di questo patrimonio”, concependo anche sistemi di interazione con i cittadini.  

Solo il 10 per cento dei Parlamenti nel mondo usa l’Intelligenza artificiale.  La nostra Camera dei deputati è fra questi e intende sviluppare tutte le potenzialità del sistema, come risulta dall’indagine conoscitiva avviata dal Comitato di Vigilanza sull’attività di documentazione. Gli esiti sono stati presentati al pubblico in un dettagliato report, che in premessa analizza il tema etico, ipotizzando anche regole e sistemi di controllo.

 Su questo si è soffermato in particolare il presidente della Camera Lorenzo Fontana: “L’Intelligenza artificiale cerca di imitare l’uomo – ha detto presentando l’indagine conoscitiva –  ma non deve essere un nostro sostituto. Va infatti mantenuta la sua natura di strumento destinato a servire l’umanità e non viceversa”. 

La linea seguita per l’indagine, su un crinale di equilibrio fra opportunità e rischi, l’ha raccontata Anna Ascani, vicepresidente della Camera: “Una sfida senza precedenti. Né apocalittici né integrati, per dirla con parole che rendono bene il dibattito su un tema ancora troppo spesso ridotto a prese di posizione pregiudiziali. Né apocalittici né integrati, ma consapevoli e seriamente impegnati nel comprendere come minimizzare i rischi per massimizzare le opportunità a beneficio dei cittadini”.

Qualche giorno prima della presentazione del Report della Camera, a Bruxelles, si raggiungeva l’accordo sull’approvazione unanime dell’AI ACT (Artificial Intelligence Act), la prima legge al mondo che regola complessivamente la materia prevedendo divieti e sanzioni. Non è stato facile e il percorso è appena agli inizi. A fine aprile, dopo il Consiglio europeo ci sarà anche il voto del Parlamento europeo e nel 2026 l’AI ACT diventerà completamente esecutivo. Nel frattempo scatteranno comunque alcuni divieti che interessano non specificamente i Parlamenti ma stabiliscono regole internazionali, per un uso trasparente e responsabile dell’Intelligenza Artificiale e questo riguarda ogni ramo delle istituzioni: la questione centrale è di non perdere il controllo sulle decisioni. Intanto si riscontrano i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione dove è già largamente usata, soprattutto nel settore della salute, la mobilità, la scuola, la giustizia, l’ambiente. 

Tornando al nostro Parlamento, l’adozione di tecnologie digitali avanzate è cominciata già negli anni 90 con la classificazione automatica degli atti, poi la svolta in anni recenti con il sistema di riconoscimento automatico del parlato per cui l’Italia è stata pioniera. Con l’Intelligenza artificiale generativa si possono adottare modelli per trovare correlazioni tra parti di documenti non solo di vecchi e nuovi testi legislativi ma anche provenienti dai media e dal web. Inoltre sono possibili risposte a domande specifiche e riassunti personalizzabili. 

Intanto è comparsa la prima influencer virtuale creata con ChatGpt. Si chiama Francesca Giubelli, ha già 9.000 followers, è molto bella, appassionata di moda e viaggi, è tifosa della Roma  e si è recentemente candidata alle elezioni europee con il suo partito virtuale ‘Alleanza italiana’, dichiaratamente di centrodestra. Un esperimento per misurare le potenzialità delle nuove tecnologie ma che ha anche rilanciato l’allarme sui rischi e la necessità dei controlli.

L’indagine conoscitiva svolta dalla Camera ha anche tracciato alcuni criteri di massima per una vigilanza costante: “L’uso di sistemi di intelligenza artificiale deve essere sempre trasparente. Le decisioni e i processi devono essere spiegabili, pubblici e comprensibili consentendo un controllo democratico. Coloro che decidono quali sistemi di Intelligenza Artificiale usare devono rispondere delle decisioni prese”. 

Siamo alle linee generalissime, come siamo ancora nella fase di indagine benché molto avanzata. Per passare all’operatività manca un altro tassello fondamentale: le risorse, servono moltissimi soldi per mettere a punto queste avanzate tecnologie. Intanto si continua a studiare, il presidente della Camera ha lanciato una call pubblica rivolta a giovani ricercatori, università, enti di ricerca per raccogliere progetti di utilizzo dell’Intelligenza artificiale generativa  nel Parlamento.  

Il faro per andare avanti resta sempre quello che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha puntato nel suo discorso di fine anno: “Dobbiamo fare in modo che la rivoluzione che stiamo vivendo resti umana. Cioè iscritta dentro quella tradizione di civiltà che vede, nella persona – e nella sua dignità – il pilastro irrinunziabile”.

Total
0
Condivisioni
Prec.
Salvatore Calleri consulente della Bicamerale antimafia

Salvatore Calleri consulente della Bicamerale antimafia

Il  Presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, Salvatore Calleri ,è stato

Succ.
Teatro: Motus, il mostro di Frankenstein diventa una love story

Teatro: Motus, il mostro di Frankenstein diventa una love story

La pièce ha inaugurato il festival Materia Prima 2024 organizzato da Murmuris

You May Also Like
Total
0
Condividi