L’inchiesta sul Parma Fc travolge i vertici della GdF

Sollevati dall’incarico il comandante provinciale e il suo vice: avrebbero tardato nelle indagini sul dissesto.

L’inchiesta giudiziaria sui debiti del Parma Fc si abbatte anche sui vertici cittadini della Guardia di Finanza. O, per meglio dire, “li” abbatte. Il comandante provinciale, colonnello Danilo Petrucelli, e il vice nonché capo del Nucleo di polizia tributaria, tenente colonnello Luca Albanese sono stati infatti sollevati dall’incarico per un’inchiesta della Procura legata al crac del Parma Fc. I due sarebbero sotto inchiesta per omissione di atti d’ufficio: secondo i pm avrebbero ritardato a  far partire l’inchiesta sul dissesto della società. I due ufficiali sono in ferie ma con ogni probabilità non rientreranno più in servizio a Parma.

Sempre sul fronte giudiziario va menzionata un’altra novità. Il tribunale ordinario di Bologna ha accolto il ricorso del socio di minoranza del Parma Fc, Energy T.I. Group, e ha nominato per la società calcistica un curatore speciale, il commercialista bolognese Mauro Morelli. Il patron di Energy T.I. Roberto Giuli aveva presentato il 16 febbraio la richiesta ai sensi dell’articolo 2049 del codice civile, prospettando gravi irregolarità nel Cda del Parma, dove ancora siede dopo aver rescisso il contratto di cessione del 10% delle quote sottoscritto lo scorso maggio. Giuli denunciava di disconoscere i passaggi di proprietà, avvenuti senza consultarlo, e aveva dichiarato di non conoscere Manenti.

I DEBITI VERSO IL COMUNE

Accanto alle vicende giudiziarie, i guai economici. Strettamente legati, del resto, ai risvolti penali e civili di una vicenda sempre più in bilico tra dramma sportivo e farsa. Ieri l’assessore comunale al Bilancio Marco Ferretti ha spiegato che “il Comune non vanta crediti verso il Parma, i crediti sono vantati da tre partecipate: Tep, Parma Infrastrutture e Parma Gestione Entrate. Tep al momento dell’interruzione del servizio – novembre 2013 – aveva crediti per 192mila euro, ad oggi scesi a 152mila euro poiché una parte è stata pagata dal club. Nel 2014 Tep ha fatto un decreto ingiuntivo, udienza prevista il 13 marzo.
Parma Infrastrutture vanta al 31 dicembre 2014 (dal 2011) fatture non pagate per di 596mila euro, più altri 40mila euro relativi al 2015. Anche in questo caso sono state avanzate richieste di pagamento: a febbraio (2014), a maggio doppia richiesta di messa in mora e a novembre ingiunzione di pagamento. Parma Gestione Entrate vanta un credito complessivo dal 2011 di 402mila euro, e anch’essa ha dichiarato la messa in mora”.
In sostanza il Parma Fc dal 2011 non ha pagato – se non in parte – l’affitto dello stadio Tardini, tanto meno le imposte di pubblicità oltre all’impiego dei pullman della società di trasporti locali Tep.

Dura la reazione in consiglio comunale del capogruppo Pd Nicola Dall’Olio: “Le prime azioni di rivalsa sono state fatte dalle società del Comune solo nel febbraio del 2014. A maggio Pizzarotti protestava per l’esclusione del Parma dall’Uefa per inadempienze fiscali quando il Comune già vantava una ingente mole di crediti. C’erano segnali di una situazione critica già dalla primavera scorsa, per cui vedo gravi inadempienze e anche dichiarazioni che andavano a coprire una situazione difficile che era nota. E i debiti – va sottolineato – sono quelli creati da Ghirardi”.

In una nota Ferretti ha poi precisato che il Comune “non poteva conoscere la situazione finanziaria e non conosce tuttora l’ammontare dei debiti della società Parma Fc, esattamente al pari degli altri fornitori. In secondo luogo i crediti verso il Parma Fc fanno capo non direttamente al Comune (che ha riscosso quanto dovuto a tutto l’anno 2010), ma alle società partecipate Parma Infrastrutture, Tep e Parma Gestione Entrate, che vantano complessivamente a tutt’oggi crediti pari a un milione e 150mila euro, oggetto più volte di piani di rientro approvati e puntualmente disattesi dalla società debitrice. Dalle nostre informazioni – conclude Ferretti – risulta come tutti i nostri amministratori abbiano messo in atto le idonee azioni per tutelare la società e il socio Comune. Se alcune azioni non sono state particolarmente aggressive è stato solo per rispetto alla squadra e per quello che rappresenta per la città e i suoi tifosi”.

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