Che fine ha fatto l’inchiesta sul Catasto di Reggio, datata 2002 ed i cui presunti reati sono stati prescritti nel 2014 per decorrenza dei termini? E quali sarebbero i “politici locali” detti da Potito Scalzulli ex dirigente del Catasto in un’intervista al Resto del Carlino, a proposito dei quali lo stesso parla di “equilibri” che sostanzialmente avrebbe impedito una corretta prosecuzione delle indagini?
Sono le domande che si pongono le deputate del Movimento 5 Stelle, Maria Edera Spadoni e Giulia Sarti, sulla vicenda dell’ex dirigente del Catasto che ha presentato un esposto in procura relativamente a quello che ha visto in quegli anni negli uffici da lui diretti. Continuano: “In questioni così delicate è fondamentale la trasparenza, per questo Scalzulli ha detto di voler ridurre i contatti diretti tra dipendenti e professionisti al fine di ridurre i rischi di corruzione. Scalzulli ha presentato esposti in Procura e denunciato comportamenti illegittimi all’interno del Catasto, ha presentato denunce anche per le lettere anonime che gli sono giunte e per tutti gli atteggiamenti scorretti attuati nei suoi confronti”.
Nell’intervista Scalzulli ha detto che “nel tentativo di difendermi ho scoperto il sistema che si celava dietro i ‘taroccamenti’ delle rendite catastali che hanno causato un danno erariale molto pesante a Comune e Stato”. Una denuncia gravissima di un vero e proprio ‘sistema’. E’ notizia di qualche giorno fa che l’indagine sul Catasto partita dalle denunce di Scalzulli, indagine che ha visto indagato per anni anche il consigliere comunale Salvatore Scarpino (Pd), per il quale il sindaco di Castelnovo Monti Enrico Bini ha chiesto le dimissioni (subito criticato da Capelli e Vicini), è finita in archivio.