Per fare chiarezza definitiva occorre raccontare questa storia dall’inizio. Una storia che deve essere raccontata tutta e raccontata bene. Nel mese di maggio del 2016, sei mesi prima che la cooperativa la Bussola vincesse il bando per la gestione del quartiere fieristico, abbiamo incontrato Pierluigi Saccardi, consigliere comunale del Partito democratico, componente del consiglio di amministrazione della Bussola. Un incontro informale che aveva l’obiettivo di illustrare il progetto Lime Theater ad un esponente delle istituzioni che da vicepresidente della Provincia si era occupato delle Fiere. In quell’occasione abbiamo riferito che avremmo voluto incontrare l’avvocato Tiziana Volta (Studio legale Valeriani-Volta), commissario liquidatore delle Fiere; Saccardi si è proposto immediatamente come mediatore per i buoni uffici che lo legano all’avvocato Volta assicurando un incontro a breve per esporre al liquidatore il progetto e conoscere il suo parere. L’incontro non è mai avvenuto.
In quell’occasione e nelle due seguenti – l’ultima delle quali successiva all’assegnazione del bando, cui era presente anche il direttore in pectore Marco Bertolotti e il consigliere Marco Barbieri – si era parlato della necessità di rivalutare un patrimonio che è e resta di pubblico interesse al di là di chi lo gestisce e l’apprezzamento per la realizzazione di un luogo di spettacolo, intrattenimento e cultura all’interno del quartiere fieristico e delle opportunità sinergiche che la presenza del teatro offre.
Confortata da accurate ricerche di mercato, dal parere positivo espresso da diversi operatori e dalla ragionevole prospettiva di una continuità minima di circa 18 mesi, in luglio Medials Live, convinta della possibilità di realizzare un progetto di successo, firma il contratto con l’allora coordinatore di FierEmilia Enrico Banfi e la presidente Maria Paglia. Qualche settimana dopo gli organizzatori di quello che pare essere il maggior evento fieristico, ovvero il Camer, manifestano un interesse per la gestione del quartiere, manifestazione di interesse che sarà la causa principale della pubblicazione del bando cui stranamente il Camer non parteciperà.
A partire da luglio Medials pensa alla ideazione, progettazione e realizzazione del Lime Theater che sia compatibile con l’eventuale uso del Padiglione D per eventi fieristici quando necessario. In un solo mese lo stesso padiglione viene trasformato nel Lime Theater, Art & Music Hub. Con le risorse di una piccola realtà, senza un euro di denaro pubblico. Il 5 novembre si inaugura con il Coro dell’Armata Rossa ed è tutto esaurito. Seguono altri sei eventi in meno di due mesi, oltre 15mila spettatori. Un successo che va ben oltre le attese, recepito con favore non solo da Reggio ma anche dalle città più o meno vicine e difeso ed incoraggiato entusiasticamente, almeno a parole, da tutte le istituzioni cittadine, provinciali e regionali. Negli stessi giorni la Bussola partecipa con un’offerta di 22mila euro e – unico partecipante – si aggiudica la gara d’appalto. Il motivo per cui Medials non ha partecipato è che Medials non organizza fiere e non ha competenza risaputa in quel settore, mentre è leader nel campo dello spettacolo. Medials immediatamente comunica alla Bussola la sua intenzione di proseguire in vista dell’imminente scadenza del contratto con FierEmilia ricevendo sempre assicurazioni positive.
Il 31 dicembre scade il contratto tra Medials e FierEmilia, subentrano i nuovi gestori. Il presidente Giordano Rodolfi non risponde a nessuna delle numerose comunicazioni ed email inviate, ma il suo delegato manifesta la assoluta volontà di continuare. Un appuntamento per siglare il contratto fissato per il 12 dicembre viene cancellato letteralmente all’ultimo minuto, con uno dei nostri consulenti già presente nella sede della cooperativa.
Fin dall’assegnazione avvenuta in novembre, nonostante le ripetute rassicurazioni sulla volontà di rinnovare il contratto da parte di Marco Bertolotti, Pierluigi Saccardi e di altri componenti del consiglio di amministrazione, alle nostre proposte non consegue alcuna risposta.
Pur frequentando assiduamente il quartiere fieristico sin da novembre, Marco Bertolotti delegato dal presidente a negoziare con noi, non ricopre alcun ruolo formale e ottiene l’incarico ufficiale di direttore delle Fiere di Reggio Emilia soltanto in gennaio. Sono seguite settimane di incontri durante le quali ogni accordo raggiunto con Bertolotti veniva puntualmente smentito nei giorni successivi, mentre il legale rappresentate della Bussola, il presidente Giordano Rodolfi, continuava a negarsi.
Il 17 gennaio, in un incontro con Bertolotti che definiva i dettagli dell’accordo, anche da un punto di vista economico, venivano ulteriormente confermate le date per gli spettacoli previsti fino a fine maggio; veniva inoltre accettato un incremento dell’affitto base del 54%, ricevendo assicurazione e conferma sotto la sua parola e con la stretta di mano che gli accordi presi erano definitivi. Soltanto a seguito di questo accordo Medials ha proceduto a confermare gli spettacoli previsti che, come già comunicato, includevano le date sia del Capodanno cinese, sia di Baustelle. Risulta pertanto falso che la Bussola sia venuta a conoscenza della manifestazione del 10 febbraio solamente all’ultimo minuto, anzi in modo eticamente e professionalmente scorretto ha contattato fornitori e clienti in modo autonomo, suggerendo accordi diretti. Tralasciamo per decenza di riportare le minacce e le intimidazioni ricevute.
Solo in data 31 gennaio Medials è riuscita a incontrare il signor Rodolfi e ancora in quell’occasione veniva ribadito ed accettato l’accordo preso con il signor Bertolotti, a ciò delegato dal signor Rodolfi in presenza del suo legale. Porta la firma dello stesso Rodolfi un documento precedente che conferma questa volontà.
Tra gli impegni assunti dal direttore delle Fiere, come dimostrano le carte, c’è la garanzia di una serie di date in calendario, anche a fronte della richiesta di un aumento del canone d’affitto base che è stata subita e accettata da Medials, come già detto.
Fin qui i fatti e i fatti li raccontano le carte.
Ha ragione Marco Bertolotti quando afferma: “Ci siamo trovati un teatro allestito in quel capannone”, ma queste parole tradiscono il disprezzo per il valore che quel teatro rappresenta e per il valore non solo economico delle attività culturali e di spettacolo, ben riassunto nelle parole scritte ieri nel comunicato stampa: “Se qualcuno pensa che per gestire e rilanciare un polo fieristico sia sufficiente fare qualche spettacolo, purtroppo ha una percezione distorta della realtà”. E ha ragione quando dice che è stato fatto di tutto… per tentare di buttarci fuori, compresa l’intervista di ieri parzialmente rettificata con un successivo comunicato stampa.
Le nostre proposte sono state sin dall’inizio chiare, dirette e consistenti sia dal punto di vista economico che dell’attività fieristica. Abbiamo addirittura proposto di rilevare pro quota il padiglione D rendendolo poi disponibile ove e quando necessario per eventi fieristici; abbiamo proposto l’utilizzo anche nella stagione estiva; abbiamo proposto soluzioni che andassero incontro alle reciproche esigenze. Abbiamo suggerito in fiducia attività e modelli di business e buone pratiche che fosse utile per tutti. Pagando.
Alla luce di quanto comunicato ieri in modo distorto, ci pare evidente che l’intenzione fosse fin dall’inizio quella di tentare di uccidere il Lime Theater attraverso una trattativa inconcludente, impegni presi e poi smentiti, appuntamenti concordati e rimandati. Le ragioni che stanno dietro questa deliberata volontà – e non sono ragioni economiche – ci sfuggono. Il danno per Medials è stato già ad oggi enorme, perché ha paralizzato sin da novembre l’attività del teatro, ha portato alla cancellazione di eventi, ha impedito ogni tipo di programmazione, e potrebbe infine mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa dell’azienda, che sul Lime Theater ha investito sulla fiducia ingenti risorse professionali ed economiche, risorse di misura assai maggiore a quelle messe sul tavolo dalla Bussola. A smentita di quanto dichiarato ieri – ovvero che il Lime Theater sarebbe stato di ostacolo alle attività – vale la pena ricordare e segnalare che non è mai stato previsto, programmato e realizzato alcun evento fieristico o di altra natura che interferisse con la presenza del Lime Theater nel padiglione D. Il Lime Theater è perfettamente conforme alle norme di sicurezza per i locali di pubblico spettacolo: la perizia è stata effettuata a nostre spese ed ha avuto il parere positivo della Commissione comunale di vigilanza per i locali di pubblico spettacolo senza riserva alcuna. Noi non siamo improvvisatori.
E’ vero, come afferma Bertolotti, che è necessario fare chiarezza e noi siamo pronti a farla, per rispetto di tutti i reggiani e di tutti coloro che sostengono il Lime Theater e per dovere nei confronti di tutti coloro che hanno lavorato e reso possibile la realizzazione di un grande progetto di rigenerazione urbana, di formazione civica e di creazione di posti di lavoro il cui valore non si può misurare solo con il metro del denaro. La Bussola non sta impugnando e cercando di porre fine ad un contratto tra privati, ma alla più grande opera di innovazione e sperimentazione sociale e culturale accaduta a Reggio Emilia da almeno dieci anni a questa parte. Quello di ieri, pur preceduto da lampi sporadici (lettere inviate e ritrattate etc.), risulta per noi un fulmine a ciel sereno. Confidiamo nel buon senso del consiglio di amministrazione della Bussola affinché le soluzioni già trovate ed approvate siano anche formalmente conseguenti; attendiamo anche – prima di chiederlo – il supporto e il parere della comunità e il parere formale delle istituzioni e dei loro rappresentanti.
Un ultimo elemento di chiarezza: il Lime Theater non è stato smantellato. È di oggi la richiesta da parte di Giordano Rodolfi, presidente della Bussola, di disallestire il padiglione entro il 29 febbraio. Supponiamo 2020.