Se c’è un dato incontrovertibile per tutti gli studiosi massmediologi è che i social restituiscono lo spaccato più vero del livello culturale dei suoi attori e frequentatori. Basta soffermarsi per caso su uno dei tanti dibattiti sulle riconosciute o misconosciute radici cristiane delle nostre società. Sempre più numerosi in questi tempi di tentativo della loro crudele estirpazione dal suolo del mondo al ritmo di 4mila martìri all’anno, se si considera chi si consegna volontariamente alla morte per motivi di fede, oltre 100mila all’anno considerando invece il parametro delle uccisioni in guerre nelle svariate parti del globo. Ebbene, non basta il silenzio catacombale della politica internazionale, ci si mette anche l’ignoranza abissale dell’individuo dialettico. Costui si bea di negare le sue origini. Perché appunto le ignora.
Ignora per esempio che il concetto stesso di individuo e le conseguenze del personalismo sia in filosofia che nel diritto vengono direttamente dalla cultura giudaico-cristiana passando per il neoplatonismo. Così come la sanzione dell’inviolabilità di tutte le libertà fondamentali dell’uomo. Ignora che lo sviluppo delle democrazie parlamentari trae origine proprio da queste dimensioni di pensiero politico (si è mai chiesto perché certe forme di governo si diffondono nelle aree geograficamente appannaggio del cristianesimo?), che le rivendicazioni sociali nel lavoro, l’idea della fruibilità pubblica della cultura, dell’educazione, della giustizia sociale e legale, l’organizzazione stessa della comunità arrivino proprio da quelle origini misconosciute? Che non si potrebbe né capire né gustare della grande maggior parte della storia dell’arte e della letteratura in senso ampio se quelle radici non fossero ben innervate nella cultura collettiva?
E così, beatamente misconoscenti e beotamente ignoranti, si riversano in piazza avvolti nel sudario delle bandiere arcobaleno ad ogni sparar di razzo israeliano. E si fanno i selfie. Poi li facebokkano, li twittano, li postano, li whatsappano. E credono di trovare lì, in quei gesti compulsivi le loro radici.