Firenze – Respinta, in consiglio comunale, una mozione che ha avuto un curioso destino: passata in commissione, votata in aula dalle destre, da Spc i cui consiglieri l’hanno presentata, dal M5S e dalla Lista Nardella, ha ricevuto invece i soli voti negativi del solo Pd. E dunque è stata rigettata, sia pure per tre voti.
La questione di cui trattava la mozione è delicata e ormai datata e sta diventando un caso politico. Si tratta della lavoratrice di Publiacqua, sindacalista dell’Usb, che per un post aggressivo sulla propria pagina di Fb, scritto nell’aprile 2019 mentre si trovava a casa dal lavoro, dopo la notizia che un gruppo di suoi colleghi (sei) avevano dovuto ricorrere alle cure ospedaliere per aver inalato sostanze tossiche al lavoro, è stata licenziata dall’azienda che ha ritenuto fosse venuto meno il rapporto di fiducia. Tutto ciò dopo che l’Usb di cui è rappresentante sindacale, aveva fatto presente varie volte alla dirigenza la pericolosità della situazione ambientale in cui i lavoratori si trovavano. La lavoratrice licenziata inoltre possiede una storia immacolata circa le sue relazioni con l’azienda precedenti al post.
Quanto al contenuto della mozione, testo modificato in commissione e che aveva avuto il via libera, consisteva nell’invito, rivolto al sindaco e alla giunta, “di promuovere un percorso, qualora si fosse chiuso, di confronto con le parti sindacali” circa la vicenda della lavoratrice. La mozione è stata ritenuta non votabile dai consiglieri del Pd, che hanno anche sottolineato il ritardo della stessa sulla questione. Anche se, come sottolinea Dmitrij Palagi (Spc) “la lavoratrice si trova tutt’ora senza lavoro”.
Sulla questione, interviene Stefano Cecchi, Usb: “Quanto avvenuto lunedì in consiglio comunale, dove la mozione sul licenziamento della lavoratrice di Publiacqua , delegata USB, licenziata per un commento su facebook, è stata respinta dalla maggioranza del PD, dopo che era già stata approvata in commissione consiliare, è di una gravità estrema. Questo indegno comportamento del partito di maggioranza , è l’ulteriore riprova che il PD, al di là del lifting Zingarettiano, sta sempre e comunque contro i lavoratori e contro i loro diritti. Del resto il jobs act aveva già dimostrato questo. Ma la nostra lotta non si fermerà fino al reintegro della nostra delegata”.