Firenze – La pandemia ha fatto sentire il suo effetto sul lavoro e la tenuta dei livelli occupazionali anche in Toscana, nello specifico per quello che riguarda il mondo delle libere professioni. Diversamente non poteva essere visto che l’Italia è stata tra i primi paesi colpiti e presenta una variazione solo tra il primo e il secondo trimestre 2020 del -12,4%.
A causa del Covid 19, su scala nazionale i liberi professionisti hanno infatti registrato un calo di circa 18mila lavoratori, se si osservano i dati del primo trimestre 2020 rispetto allo stesso trimestre del 2019. Mentre la Toscana presenta una riduzione di quasi 3mila unità con una variazione che è pari a un -2,5%, che denota come le ripercussioni pandemiche si siano fatte avvertire anche sull’economia locale. Per altro la classe dei liberi professionisti dal 2011 al 2019 a livello regionale aveva fatto registrare un incremento del +10,8%, anche se il numero dei liberi professionisti con dipendenti in Toscana aveva evidenziato una riduzione del -5,6%. Quindi siamo di fronte ad una inversione di tendenza, dovuta essenzialmente all’evento pandemico.
Sono alcuni dei numeri del “2° Rapporto sulle libere professioni in Toscana”, realizzato dalla Fondazione Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni, che sarà ufficialmente presentato in diretta streaming venerdì 4 giugno alla presenza dell’assessora regionale a istruzione, formazione professionale e impiego Alessandra Nardini e del direttore Irpet Nicola Sciclone.
Il 56% dei professionisti della Toscana è occupato nelle “Attività professionali, scientifiche e tecniche”, settore che racchiude principalmente attività legali, di contabilità e di consulenza aziendale o architettura e ingegneria. “Area tecnica” risulta essere il settore più numeroso seguito da “Sanità e assistenza sociale”.
Le aree che in Toscana, dal 2011 al 2019, registrano una diminuzione della quota dei liberi professionisti nella fascia d’età 15-34 anni sono: “Area legale”, “Area tecnica”, “Sanità e assistenza sociale” e “Commercio finanza e immobiliare”. L’incremento più significativo si riscontra invece per “Veterinari e altre attività scientifiche” che passa dal 13% nel 2011 al 28% nel 2019. In generale, il totale dei liberi professionisti giovani in Toscana non presenta a livello percentuale un incremento bensì una leggera riduzione, passando dal 17% nel 2011 al 16% nel 2019.
Interessanti anche i dati di genere. La maggior parte delle libere professioni richiede l’iscrizione a ordini o albi, per i quali è necessario il conseguimento della laurea. Per questo, quasi i due terzi dei liberi professionisti nel 2019 risultano in possesso di questo titolo. Ma è significativo rilevare come la quota di professioniste laureate arriva al 74% in Toscana, contro il 64% dei colleghi maschi. Sempre a livello regionale la fascia 35-44 anni mostra come il numero delle professioniste superi addirittura quello degli uomini (51% contro 49%), a dimostrazione di come il mondo delle professioni abbia una marcata componente femminile. Ci sono poi nello specifico professioni che in questi ultimi anni hanno visto una crescita del numero degli scritti agli Ordini proprio grazie all’afflusso della componente femminile, come quella degli psicologi, delle professioni paramediche e educative, dei veterinari, degli avvocati, ma anche degli ingegneri e degli architetti dove la dinamica sarebbe stata negativa affidandosi alla sola componente maschile. Negli ultimi anni sono infatti le donne a trainare la crescita delle libere professioni, con una variazione positiva.
“L’economia della Toscana, sulla scia di quella nazionale, ha subito una forte contrazione a causa di questa pandemia – commenta il presidente di Confprofessioni Toscana Ivo Liserani – ed è difficile preventivare quando il ciclo di crescita potrà riprendere in maniera decisa. Ci troviamo di fronte alla necessità di investimenti importanti e politiche espansive per la ripresa dell’occupazione e del reddito. La percentuale di inattivi e di disoccupati è cresciuta e nel mondo specifico dei professionisti si è assistito a una chiara contrazione che colpisce soprattutto i giovani, cioè coloro che hanno una posizione meno consolidata”.
“Il nostro Paese – commenta il presidente nazionale di Confprofessioni, Gaetano Stella – esprime una ricchezza immensa e fragile al tempo stesso, che si riconosce nel ruolo dei liberi professionisti nella nostra società. Al di là del valore economico e occupazionale, il settore libero professionale è uno straordinario serbatoio di competenze qualificate e trasversali al servizio di cittadini e imprese che, tuttavia, ancora oggi in diversi contesti stenta a essere identificato come una forza sociale coesa e organica allo sviluppo del Paese e dei suoi territori”.