Non sappiamo al momento quanto Alexis Tsipras, il nuovo Pericle, terrà fede ai suoi proclami anti-troika e/o di volontà comunque di restare nell’euro.
Quel che è certo è ancora una volta la grande lezione di libertà e identità che ci deriva da uno dei popoli (forse il principale) da cui anticamente provengono da una parte il complesso della cultura e dei valori occidentali e, in nuce, l’architrave dello spirito cristiano. In sostanza quello che siamo e che anche l’Europa è, o dovrebbe rappresentare.
Affamato prima da suoi governanti incapaci e falsari di bilanci, poi dalle misure strozzine dei burocrati europei, il popolo greco ha deciso di riprendersi la storia e tornarne al centro pilotandola per dimostrare che è possibile almeno intraprendere la strada verso un’Europa dei popoli, cioè politica prima ancora che monetaria. Guardando al futuro senza tornare indietro ma reinterpretando l’insegnamento di un passato ormai classico.
Ed è commovente ricordare, per noi attempati ex studenti di ginnasio, la sfilza delle opere e dei libri, delle scienze e delle dimensioni del sapere che ci sono arrivate da quelle latitudini. Le stesse che dovrebbero frequentare i nostri indecisi governanti, sempre con i piedi su più staffe e inabili nelle svolte e nell’assunzione di responsanilità
Prima delle consultazioni per il Colle, si vadano a leggere La Repubblica di Platone.