Firenze – L’Europa sbarca a Firenze con un carico di paradossi, contraddizioni e frustrazioni. Arriva Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione reduce forse da uno dei pranzi più ingrati della sua carriera di politico europeo con la sacerdotessa della Brexit Theresa May. Arriva il presidente del Parlamento di Strasburgo Antonio Tajani, che si trova un’eredità tutt’altro che facile da imitare o superare dal dinamico ed energico Martin Schulz che ora sfida Angela Merkel nelle elezioni federali di settembre.
C’è anche Michel Barnier, il super negoziatore della Brexit che dovrà portare a casa un accordo con Londra ragionevole ma inflessibile sui diritti degli europei a tutelarsi da chi decide di porre fine all’esperienza dell’Unione. E naturalmente, nella città del rieletto segretario del Pd Matteo Renzi, sbarcheranno il ministro degli Esteri Angelino Alfano e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che terrà il discorso di chiusura.
Cominciano domattina giovedì 4 maggio i tre giorni dell’appuntamento blu-stellato “The State of The Union”, evento annuale di riflessione sullo stato dell’Europa inventato da Renzi e organizzato dall’Istituto Universitario europeo nelle sue sedi (Badia Fiesolana, Villa Salviati) e Palazzo Vecchio dove si svolgeranno gli incontri al vertice europeo e nazionale.
Sull’onda del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma appena celebrato, l’evento si svolge in un momento cruciale per il futuro prossimo dell’ Europa. La Francia deciderà domenica prossima 7 maggio se intende confermare il suo ruolo di Stato fondatore e pilastro dell’Unione in elezioni presidenziali che sono diventate anche un referendum tra euroscettici e euro entusiasti. Poi ci saranno le elezioni tedesche e, infine, fra qualche mese, quelle italiane.
Per questo – ha detto il sindaco Dario Nardella – l’edizione 2017 dell’incontro “sarà una delle più decisive per il futuro del continente”. Lo stesso Nardella ha declinato con una sintesi abbastanza efficace il tema scelto quest’anno: “l’ Europa non è solo rapporto fra Pil e deficit, perché l’Europa è culturale o non è”.
I diversi relatori che si alterneranno nei vari panel di discussione si confronteranno, infatti, sotto il titolo “Building a People’s Europe”, cioè sulla costruzione di una vera cittadinanza europea: “Finora – ha spiegato il presidente dell’Istituto di Fiesole Renaud Dehousse – il cittadino europeo è stato l’oggetto di politiche”, ed è questo il motivo per cui il populismo che contesta l’Unione è cresciuto in tutti gli Stati membri. Bisogna dunque creare le condizioni perché il cittadino “si senta compartecipe di queste politiche”. Nelle varie sessioni si affronteranno dunque argomenti come le forme per la partecipazione, la crisi dei rifugiati, gli aspetti positivi della diversità, i problemi della protezione dei dati personali, la sfida dell’integrazione economica e monetaria.