Firenze – “In quest’Europa circola una grande paura del futuro. Una grande paura del futuro dentro la quale dobbiamo leggere il dilemma che si pone alla coscienza di tutti noi”: sono le aprile che Ernesto Balducci disse in un appassionato discorso all’Arena di Verona nel 1992 pochi mesi prima di morire.
Quell’intervento fu tenuto in occasione del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell’America, un evento nel quale l’Europa si mostrò nel suo volto “che non amiamo” di dominio e di sopraffazione delle culture e dei popoli. C’è invece “un Europa che amiamo”, disse ancora Balducci ed è quella “che basa il proprio futuro sulla difesa dei diritti dell’uomo e dei diritti dei popoli”, che “costruisca la pace attraverso il rispetto delle molte culture e attraverso la realizzazione di istituzioni che siano al di là dei gruppi etnici, ma siano al servizio della crescita universale dell’umanità, cioè della comunità mondiale”.
In un momento cruciale per la realizzazione del “sogno europeo” di stop drammatici come la Brexit, ma anche di un nuovo impegno europeista di fronte al vento distruttivo del ritorno degli egoismi nazionali, il messaggio di Balducci fa da premessa alle due giornate che Testimonianze dedica all’Europa nell’ambito del progetto “Una certa idea di Europa” che si svolgerà presso Le Murate Progetto Arte Contemporanea l’8 e il 9 maggio 2017.
Il titolo riprende l’espressione del padre scolopio “L’Europa che noi amiamo”. I lavori si articolano in cinque conferenze che toccano i temi della crisi economica che attanaglia l’Europa e delle possibili vie di uscita, della laicità e della rilevanza delle diverse religioni, della storia d’Europa vista con gli occhi della poesia, delle migrazioni, della difficoltà dell’Europa a costituirsi come soggetto politico-culturale coeso e «plurale».
Particolare interesse è offerto dalla circostanza che le due giornate si svolgono subito dopo che sarà noto il nome del nuovo presidente della Repubblica Francese a conclusione di una campagna elettorale che si è trasformata in un vero e proprio referendum sull’Europa. E’ il primo atto di un percorso che vedrà alle urne in successione i cittadini tedeschi e italiani, occasione dunque di un rilancio dell’integrazione e dell’unità superando le spinte che hanno portato il Regno Unito a scegliere l’abbandono del progetto.
L’EUROPA CHE NOI AMIAMO
8 Maggio
Ore 16,30
“L’Europa della crisi tra dialogo sociale e nuove opportunità”
Relatore: Luigino Bruni (economista e scrittore)
Coordina: Simone Siliani (condirettore di «Testimonianze»)
Ore 17,45
“Laicità e «pluriverso’ culturale e religioso europeo”
Relatore: Paolo Ricca (teologo protestante e scrittore)
Coordina: Severino Saccardi (direttore di «Testimonianze»)
Ore 19,00
” ‘Cara Europa che ci guardi’: una storia vista con gli occhi della poesia”
Relatrice: Gabriella Sica (poetessa e scrittrice)
Coordina: Rosalba de Filippis (insegnante e scrittrice)
Letture: Fabio Baronti (attore)
9 Maggio
Ore 16,30
“L’Europa nel tempo delle migrazioni”
Relatore: Massimo Livi Bacci (demografo e scrittore)
Coordina: Stefano Zani (vicepresidente di «Testimonianze»)
Ore 17,45
” ‘Una e molteplice’: L’Europa come soggetto politico e culturale nel mondo della complessità”
Relatore: Mauro Ceruti (filosofo e scrittore)
Coordina: Roberto Mosi (presidente di «Testimonianze»)
Ore 19,00
Tavola rotonda
” ‘C’è un’Europa che noi amiamo’: la visione di Ernesto Balducci “
Coordina: Piero Meucci (direttore «STAMP Toscana»)
Intervengono
Mauro Ceruti (filosofo e scrittore)
Vittoria Franco (filosofa)
Leila El Houssi (Università di Padova)
Severino Saccardi (direttore di «Testimonianze»)
Ore 20,30
Aperitivo/Buffet
Ore 21,00 (Caffè Letterario – Piazza delle Murate)
Musiche e canti dell’Europa che noi amiamo
Con
Orchestra giovanile di Firenze dell’Accademia musicale diretta da Janet Zadow
Whisky Trail
I lavori del Convegno si svolgeranno nella Sala “Progetti Arte Contemporanea”.
Il Concerto si terrà nella Piazza delle Murate o (in caso di tempo sfavorevole) nel locali del Caffè Letterario.
Ingresso libero.