Lettera aperta ai “fenomeni” del calcio (e non solo)

Sei giorni che parlano di…di…massì, dai, come si chiama… quello con la Ferrari e la cresta, quello che voleva un bacio dalla Regina d’Inghilterra per battere il Costarica, quello che è sempre sui social a raccontare i ..zzi suoi, perché purtroppo dall’altra parte c’è qualcuno che se li legge, quello che ha litigato coi senatori e col mister. Sei giorni che parlano di…di…massì, dai, come si chiama…quello che doveva far vincere il Mondiale all’Italia e alla fine si è sentito scaricato addirittura per il colore della pelle, non perché ha giocato male (eufemismo). Sei giorni che parlano di…di…caspita che amnesia…e non hanno ancora capito che c’è solo una cura: l’indifferenza. Non parlatene, non nominatelo. Vero, ci siamo cascati anche noi, abbiamo speso un tot di righe per scrivere…di non parlarne, però la linea l’abbiamo tracciata: il nome non l’abbiamo fatto.

balotelli-mondiale-2014-6Andiamo avanti.

L’Italia piange, sul serio (per la morte del tifoso napoletano) e metaforicamente: il CT se n’è andato (ah, perché c’era un CT in Brasile? Questa sì che è una notizia, non ce ne eravamo accorti), il presidente federale idem. Il calcio italiano è morto, sentenziano fior fior di addetti ai lavori e opinionisti. Ma va? Adesso se ne accorgono? Il calcio italiano è morto da tempo, solo che non se ne è ancora accorto.

L’overdose tv, la violenza negli stadi, che continuano a essere zona franca, l’invasione dei giocatori stranieri, gli scandali-scommesse, chi più ne ha più ne metta. La disamina e la cura la lasciamo a chi è più competente. Non è di questo che vogliamo parlare.

Siamo stanchi.

Siamo stanchi della Rai, che pretende il canone, manda in onda una sola partita al giorno dei Mondiali (in contemporanea su Rai1 e RaiSport1, ma con due telecronache diverse, una seria e una scopiazzata dal Gialappa’s-Style, geniale) e fa la pubblicità a Sky, dove si possono vedere tutte le partite. Prego? E’ come se la Coop facesse pubblicità alla Conad, dicendo che lì c’è più assortimento. Ma noi il canone che caspita lo paghiamo a fare?

Oh, ma siamo stanchi anche di tutti quei “calcio-dipendenti” che hanno fatto l’abbonamento a Sky in questi anni. Perché se nessuno l’avesse fatto ora vedremmo magari meno partite, ma tutte in chiaro, e sicuramente andremmo di più allo stadio.

Siamo stanchi di un brav’uomo, il CT uscente; pure lui compare in una pubblicità (“Illumia”) poco prima dell’Inno Nazionale; sicuramente li darà in beneficenza quei soldi, fatti suoi. Però poi non si lamenti se dicono che prende più di un manager. Ha fatto bene, il CT uscente, a bacchettare il senso patriottico, scarso, dell’Italia calcistica. Ma che c’è di strano? Tutte le Nazionali del mondo giocano con i colori (o almeno un colore) della propria bandiera. L’Italia no, l’Italia è il Paese dei furbetti e gioca in Azzurro. Che sarà anche bello, sarà pure il colore del mare e del cielo, ma è anche il colore ufficiale di Casa Savoia. Normale no? Una Repubblica che gioca coi colori di una Casa Reale. Lasciamo perdere.

Anche perché siamo soprattutto stanchi di questi miliardari (in lire), non solo italiani, che non hanno ancora capito di essere ripresi da 800 telecamere a partita e si buttano per terra, simulano, si danno cazzotti, si morsicano e cercano di fregare l’arbitro e gli avversari.

Generalizzare è brutto e sbagliato, sia chiaro che i giocatori corretti esistono (buttiamo subito lì due nomi: Gigi Buffon e Andrea Pirlo), ma siamo stanchi di questi fenomeni che pur sapendo di essere ammoniti si tolgono la maglietta, di questi fenomeni che non esultano quando segnano alle ex squadre (chi ti paga per fare gol? La tua nuova o la tua vecchia squadra? Ma fai il tuo lavoro e lascia perdere l’amore per la maglia, dai…), di questi fenomeni che scomodano il Padreterno per una partita di calcio e guardano in alto, ringraziandolo a ogni occasione, in questo caso ben sapendo di essere ripresi dalle telecamere, di questi fenomeni che in piena epoca social e grandefratellesca baciano l’anulare o fanno il segno del cuore per mandare un messaggio d’amore alla cornutissima fidanzata, si mettono il dito in bocca o nascondono il pallone sotto la maglia per annunciare la prossima paternità. Macchissenestrafrega?

L’altro giorno in una partitella di un campionato giovanile un ragazzino, avrà avuto 10-12 anni, ha segnato, si è sottratto all’abbraccio dei compagni e si è messo un dito in bocca. Panico. Possibile avesse già una fidanzata incinta? Poi ho visto i genitori, che applaudivano spensierati e contenti. Così ho capito: stava solo imitando uno di quei fenomeni visti in tv.

Stanchi. Sì, stanchissimi di questi fenomeni. Che essendo ricchi sono fuori dal mondo. E non hanno ancora capito che, soprattutto nei momenti di crisi, come questo, in cui non tutti riescono ad arrivare a fine mese, sarebbe meglio tenere un profilo basso e uno stile un po’ più sobrio.

 

 

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