La Estorick Collection of Modern Art, situata a Londra, festeggia nel 2013 il suo quindicesimo anniversario. Per celebrare questa speciale ricorrenza il museo sta per inaugurare una mostra dedicata a Giorgio Morandi (1890-1964) in esposizione dal 16 Gennaio sino al 7 Aprile 2013. La mostra, che comprende circa 80 opere su carta, ripercorre con acqueforti e acquarelli l’intera carriera dell’artista bolognese. STAMP ha incontrato a Firenze, in visita nella sua città natale, la direttrice della collezione Roberta Cremoncini. La Collezione Estorick si trova nel quartiere di Islington, un po’ appartato, in una elegante villa giorgiana, ed è considerata una delle più ricche e pregevoli collezioni d’arte figurativa italiana, in Europa ed oltre.
Cremoncini ne è diventata direttrice nel 2001, dopo esserne stata la curatrice per diversi anni. E’ lei che ci riassume la storia di Eric Estorick (1913-93), un sociologo ebreo russo emigrato in America, dotato di grande intuito, “che iniziò a collezionare opere d’arte quando venne a vivere in Inghilterra dopo la seconda Guerra Mondiale, assecondato in questo dalla moglie Salome, incontrata durante un viaggio per mare. Ad Aprile gli dedicheremo una mostra a cento anni dalla nascita”.
Come accadde che Estorick s’invaghì dell’arte italiana, e quali sono, di conseguenza, gli artisti e le correnti maggiormente rappresentati nella collezione? “Fu un insegnante d’arte conosciuto in Svizzera a fargli leggere di Boccioni, Balla, Carrà, Russolo e Severini. Estorick volle così passare da Milano e nacque in lui un’immediata passione per l’arte italiana e in particolare quella del movimento futurista”.
A Milano Estorick fu messo in contatto con Mario Sironi, di cui, come lui stesso ebbe a scrivere, comprò centinaia di disegni. La passione per l’arte italiana crebbe il lui per il resto della vita. “Per un americano ricco, subito dopo la guerra era facile comprare in Italia opere d’arte a prezzi bassi – continua Cremoncini – e comunque le sue scelte sono sempre state all’interno dell’arte figurativa”. Ancora negli anni quaranta, dopo Sironi, il collezionista incontra Campigli, tramite lui Music e così via.
Negli anni cinquanta accresce la sua collezione e la promuove, mettendola in mostra, nel Regno Unito. “Nel 1956 la collezione venne esposta alla Tate Gallery di Londra e da lì girò in molti altri paesi, convincendo gli Estorick ad acquistare altre opere, create da Carrà, Russolo, de Chirico, Morandi, Severini. Oltre alla pittura il loro interesse si sposta anche sulla scultura e così entrano nella collezione Marino Marini, Manzù, Greco e Andrea Cascella. “Nel 1960 Estorick decise di aprire una sua galleria, e allargò i suoi interessi anche all’arte francese e russa, mantenendo però sempre la coscienza dell’importanza del nucleo delle sue opere italiane. Aveva un occhio pazzesco e ha sempre scelto opere importanti, come ad esempio, Idolo moderno di Boccioni, che ci viene chiesto in prestito molto spesso per esposizioni di grande risonanza”.
Veniamo al tempo presente: con che criteri si definiscono le mostre oggi e come è gestire la collezione di questi tempi duri anche in Europa, considerando però che si tratta comunque di una fondazione. “Abbiamo un badget che ci consente di fare almeno quattro esposizioni l’anno, messe a fuoco della collezione, e abbiamo ospitato anche artisti astratti come Burri, Fontana, esponenti dell’Arte Povera. Inclusi di recente, due giovani. Due anni fa sono venuta a Firenze per concludere la mostra di 60 opere di Della Ragione qui da noi, che ha avuto un successo strepitoso”. Interessante saperlo, considerato che per i fiorentini quella collezione importante e rara è da anni sparita e invisibile!
Cremoncini dopo la prossima mostra dedicata a Morandi, intende continuare a documentare tutto il Novecento. Vuol dire che andremo a Londra, potendo, a godere della nostra arte migliore, qui in Italia negletta, certo per la crisi e i tagli, ma molto anche per ignoranza.