Il vento calmo dell’estate ci sta portando via?
L’allarme-Italia lanciato oggi dalla Cna reggiana, per voce del suo presidente Nunzio Dallari, è forte: “Crolla la fiducia degli imprenditori nella ripresa economica“, “Situazione sempre più insostenibile“. E se l’Italia sta male, Reggio non se la passa bene: “La triste realtà a livello nazionale vale anche a livello provinciale: i dati della Camera di Commercio di Reggio del primo trimestre 2014 parlano di un’economia fragile con qualche debole segnale di ripresa per la manifattura e forte sofferenza per il commercio e le costruzioni“.
E la stagione estiva non sembra essere in grado di migliorare il clima economico del sistema Paese: “Anche i saldi estivi non stanno dando i risultati sperati. Abbiamo chiesto inversioni di marcia, cambi di rotta e svolte immediate e abbiamo ottenuto solo riforme che faticano a decollare e a dare risultati concreti in tempi rapidi“.
Dallari prosegue poi in un’impietosa analisi numerica: “Secondo gli ultimi dati Istat nei primi sei mesi dell’anno il flusso delle vendite fuori dai confini italiani e dall’Ue è calato del 2,2% a fronte di un -4,6% degli acquisti e con il passare dei mesi il Made in Italy sta provando difficoltà crescenti sui mercati extra-Ue. A giugno 2014 le esportazioni si sono contratte del 4,3% rispetto a maggio e del 2,8% in confronto al giugno 2013, mentre le importazioni sono aumentate dell’1,9% su maggio e diminuite dell’1,2% rispetto al giugno 2013. Numeri preoccupanti, considerando che l’export era stata l’unica voce a garantire finora dei segnali positivi. Tutto questo, a fronte di un mercato interno mai ripresosi dalla crisi, non può che generare un forte pessimismo in imprenditori e consumatori, che si traduce in una pesante battuta d’arresto degli acquisti: -0,7% a maggio 2014 rispetto ad aprile e -0,5% su maggio 2013“.
Quali contromisure mettere in campo, a questo punto? Secondo la Confederazione Nazionale dell’Artigianato “le nostre imprese hanno bisogno di 3 semplici mosse per ripartire: alleggerire la pressione fiscale, ad esempio con tagli all’imposizione sugli immobili strumentali, vale a dire i capannoni, i laboratori, i negozi e gli alberghi, dove si lavora e si crea occupazione; bisogna, poi, assolutamente uscire dal caos fiscale e adottare misure strutturali per il costo del lavoro per dare una speranza per il futuro ai tanti giovani reggiani che non riescono a trovare un lavoro dignitoso“.