L’epigenetica dell’esperienza

Le scienze mediche attuali stanno cercando di dare risposta a questi interrogativi. Come argomentato in un recente articolo apparso su Le Scienze (Febbraio 2012) dal neuroscienziato Eric J. Nestler, direttore del Friedman Brain Institute presso il Mount Sinai Medical Center di New York, i biologi stanno scoprendo l’importanza dei cambiamenti epigenetici, meccanismi molecolari attraverso cui l’ambiente altera, senza mutarli, il comportamento dei geni, cambiandone il funzionamento e il grado di attività. Infatti, i marcatori epigenetici, attaccandosi ai geni sia sul DNA che sulle proteine che avvolgono il DNA, senza modificare l’informazione contenuta nel gene, possono attivare o, al contrario,  inibire la sintesi di una determinata proteina.
Per esempio, la continua esposizione a stress cronico agisce a livello biochimico sul cervello e predispone gli individui a reagire a eventi ambientali secondo modalità divergenti, anche completamente opposte.
Come nota Nestler, si tratta di un settore di ricerca affascinante, perché indaga anche i diversi livelli di predisposizione a determinate malattie, pur avendo la consapevolezza che ogni singolo essere umano ha un suo particolare bagaglio genetico e ambientale. La vita, infatti, ci espone spesso a esperienze casuali e due individui non avranno mai le stesse esperienze.
Vari esperimenti e studi hanno dimostrato che modifiche epigenetiche dovute a stimoli ambientali come l’uso di sostanze stupefacenti o l’esposizione a eventi traumatici, sono in grado, se ripetute, di impattare sui delicati meccanismi molecolari alla base del funzionamento del cervello.
Tali ricerche possono chiarire le ragioni alla base della differente vulnerabilità nei confronti di varie patologie, che diventano, così indagabili a livello genetico. Le modifiche epigenetiche, inoltre, sono in grado di alterare anche determinati schemi comportamentali con ricadute, a volte, permanenti per tutta la vita.
Alcune questioni rimangono ancora aperte: le modifiche epigenetiche sono ereditabili? E come possiamo rendere più efficaci le terapie attualmente disponibili alla luce delle scoperte sulla complessa interazione tra geni e ambiente?
Speriamo che queste ricerche, oltre a fornire risposte, possano contribuire a ricordarci, ogni giorno, quanto sia incredibile la vita, e come sia stupefacente l’attività biologica che, silenziosamente, rende unica la nostra esistenza.

Foto: http://www.dossiermedicina.it/news.dossier/index.php?option=com_k2&view=item&id=461:ricerca-identificati-i-fattori-che-controllano-l%E2%80%99imprinting-genomico&tmpl=component&print=1
 

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