La cura: excursus etimologico e trionfale di Delrio alla Leopolda 7

La prolusione medica dell’ex sindaco di Reggio Delrio alla kermesse fiorentina renziana “incanta” gli astanti e mette tutti d’accordo. Non se la prende con le minoranze ma la butta sul governo intriso di pietas facendo una disamina etimologica di una parola importante che va dal latino al sanscrito. Ecco perché Graziano Leopoldo VII (com’è stato incoronato dai suoi) sopravviverà a qualsiasi premier
leopoldini
Leopoldini reggiani entusiasti del lodo Delrio

Proponiamo l’intervento del Ministro Graziano Delrio alla Leopolda 7, passato un po’ sotto traccia ma che rende omaggio alla scuola classica della retorica (nella sua accezione stilistica, dunque positiva). Un discorso che tende ad unificare (contrariamente all’aut aut del Premier Renzi a proposito delle minoranze dem in vista del referendum) sotto l’egida della “cura”. Che richiama da una parte le origine mediche del cursus studiorum dell’ex sindaco di Reggio, dall’altra pone l’accento sugli aspetti veri o presunti (l’altra faccia della medaglia del successo) diciamo così caritatevoli messi in opera da questo esecutivo nei confronti delle classi più povere e disagiate.

E, forse involontariamente, getta un ponte almeno linguistico fra Oriente ed Occidente visto che la parola “cura” ha sì origini latine (“osservazione”) ma condivide la radice col sanscrito kavi, ovvero saggio. Un po’ esagerato, d’accordo, ma emblematico. Per dire che l’ex sindaco di Reggio potrebbe essere in grado di sopravvivere a qualsiasi premier.

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