Firenze – Riceviamo e pubblichiamo questo commento di Massimo Lensi (Progetto Firenze), esponente radicale sul futuro della Fondazione CrFìrenze
Le vicende della Fondazione Cr Firenze stanno mettendo in luce aspetti interessanti per il futuro della città. Non ci soffermeremo sui nomi e sulle dispute interne all’Ente per il consiglio di amministrazione o per il ruolo del futuro presidente. La nostra attenzione, invece, è concentrata sul futuro della Fondazione dei possibili progetti in vista per la città.
Nella formazione della nuova giunta comunale, il Sindaco di Firenze ha tenuto per sé la delega forse strategicamente più importante per il nuovo modello di sviluppo dell’area territoriale fiorentina: la Smart City, in altre parole l’innovazione digitale urbana al servizio della sicurezza, della lotta al degrado e dei servizi per la cittadinanza (regolatori di traffico, servizi sociali, illuminazione notturna, eccetera).
Si deve subito constatare che non si tratta di un processo puramente localistico frutto dell’operato di tecnocrati imbevuti di qualche strana ideologia. La costruzione di città Smart riguarda più in generale tutta Europa e corre in parallelo alla definizione degli stati sociali veri e propri. Le città, perennemente a corto di fondi pubblici, come d’altronde è Firenze, stanno procedendo a innovarli grazie alla privatizzazione. Il welfare locale privatizzato da un lato deve attingere alle tecnologie per distribuire risparmi significativi a consumatori e utenze, dall’altro utilizza quelle stesse tecnologie per creare posti di lavoro a breve termine, ma flessibili e precari.
La Smart City è la nuova frontiera del capitalismo digitale, al servizio di quella schiera di aziende che utilizzando gli algoritmi della nuova sharing economy creano un particolare modello di produzione della ricchezza che, però, sfugge alla dinamica locale della creazione del Prodotto Interno territoriale. Attirano cioè capitali e investimenti che producono ricchezza altrove, lasciando in cambio servizi economici e progetti per la sicurezza urbana in comunità cittadine e territoriali sempre più indebolite e lontane dai vecchi schemi della coesione sociale avanzata.
Il futuro ci dirà se i tormenti che stanno attraversando le cordate per il rinnovo degli organi di via Bufalini nascondano anche aspetti come quelli appena tratteggiati. È certo, però, che se si vuole veramente capire il nuovo volto di alcune città si devono osservare con cura e attenzioni particolari le vicende di specifici enti, come la Fondazione Cr Firenze.
Massimo Lensi