Il 29 settembre, alla Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze, la Fondazione il Fiore organizza un incontro con lo scrittore Michele Baraldi (premio “Montale fuori casa” 2013) per presentare il suo volume ‘L’enigma della sorgente – poesie in versi e in prosa, 1981-2016’. Intervengono Silvia d’Intino e Benedetta Zaccarello, ricercatrici del Cnrs in Francia. Coordina Maria Giuseppina Caramella. Ingresso libero.
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Dodici canti che alternano versi e prose generando un tessuto di corrispondenze poetico e musicale, «in un paesaggio intimo, familiare, profondamente umano».
E’ la raccolta che lo scrittore italiano ma residente a Parigi Michele Baraldi, vincitore del premio letterario “Eugenio Montale fuori casa” 2013, presenta venerdì 29 settembre alle 17 alla sala Comparetti della Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze (piazza Brunelleschi 3-4, ingresso libero). Intitolata ‘Michele Baraldi – L’enigma della sorgente – Poesie in versi e in prosa, 1981-2016’, la raccolta è pubblicata da SE Studio Editoriale (Milano 2016), casa editrice dedita alla selezione e pubblicazione «di testi considerati pressoché fondamentali, ma lasciati cadere nell’oblio dalla grande editoria generalista». A parlare del libro con l’autore, dopo i saluti di Floriana Tagliabue, direttore della Biblioteca Umanistica, interverranno Silvia d’Intino e Benedetta Zaccarello, ricercatrici in Francia presso il Cnrs (Centre national de la recherche scientifique). Moderatrice dell’incontro, Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore di Firenze.
Come si legge nel volume, la parola poetica di Michele Baraldi è stata notata da grandi poeti quali Attilio Bertolucci, che la definì «pura poesia, non poesia pura»; Mario Luzi, che «ne riconobbe il respiro»; Yves Bonnefoy, che parlò di «grande qualità poetica»; e Seamus Heaney, che «vi ritrovò l’immagine del suo caro, autentico incidere e scavare la pagina come il padre contadino la dura terra del Nord».
«Quest’opera di frontiera – si legge ancora – alterna i versi, densissimi, e le prose più lievi e perfino umoristiche in un tessuto di corrispondenze che è tanto poetico quanto musicale: è questo infatti un florilegio che pur ereditando dai lontani, amati trovatori dell’antica Provenza un linguaggio intenso, finemente ritmato e sovente enigmatico, lo reinventa in una partitura di silenzi e di parole che si orienta sempre più verso orizzonti risolutamente moderni. E manifesta, insieme ai temi universali dell’amore e della morte, soggetti incandescenti della storia contemporanea: le odissee dell’emigrazione, l’abbandono e la rinascita di una terra madre, la visione e il sogno dell’Europa, la guerra onnipresente e un desiderio insaziato di pace».
Per ulteriori informazioni, Fondazione il Fiore. Tel.: 055-225074
Michele Baraldi è nato a Bergamo nel 1961. Laureato all’Università di Bologna con una tesi su Antonin Artaud, ‘Il teatro del respiro’, vive e lavora dal 1991 a Parigi, dove ha fondato, con Silvia d’Intino, ‘L’Opera in Versi’. Ha viaggiato in molti paesi del mondo portando letture, conferenze e seminari di letteratura italiana ed europea. Fin dai primi anni di studio, ha dedicato una forte attenzione alle culture orientali e in modo speciale alla Grecia antica, alla civiltà ebraica e all’India. Ha scritto e pubblicato in italiano e in francese poesie, saggi e racconti. Tra i suoi ultimi libri è ‘Le Pont habité’ (1:1, Parigi, 2011), un poema in prosa che annuncia, nella sua visione essenziale, il ‘Libro della memoria e dell’erranza’. Ha ricevuto nel 2004 il Premio Lerici Pea «Poeti e artisti italiani nel mondo» e nel 2013 il Premio Eugenio Montale «Fuori di casa» per la poesia e la letteratura.