L’Eneide di Cauteruccio, classico d’avanguardia

Quello che sui banchi di scuola ci avevano fatto, se non odiare, certamente annoiare, risorge in tutta la sua drammaticità in “Eneide”di Giancarlo Cauteruccio.

Un allestimento riscaldato’ dalla forza poetica e dalla fantasia del grande attore e dello storico gruppo  musicale (Litfiba) a testimoniare , fra l’altro, che i classici possono essere, come Cauteruccio ha sempre dimostrato nel suo teatro di avanguardia , fonte inesausta di ispirazione.  Lo spettacolo è stato ripresentato dopo la prima edizione del lontano  1983, con aggiornamenti  tecnici e musicali della stessa ‘band’ , e con lo stesso Cauteruccio   attore  protagonista.

La prima scena illumina un Enea che declama alcune battute dell’Eneide  e si dichiara  esule, migrante, clandestino che da Troia a Cartagine ha attraversato il Mediterraneo con infinite traversie, ieri come oggi. Ma il richiamo al presente finisce qui .
In un mare in tempesta proiettato sul palcoscenico in fasci di luce, il naufrago si affanna a raggiungere la riva, finché appare in lontananza la montuosa ignota terra cartaginese, sempre proiettata sulle pareti dove, in un gioco spazio- temporale di grande suggestione, come fantasmi appaiono e scompaiono le bianche, marmoree sagome degli antichi edifici romani, mentre con semplici gesti allusivi l’Enea-Cauteruccio indica il grande percorso.

Ma l’episodio più emozionante, reso con immagini di grande pathos, è quello che immerge la scena e gli spettatori in fiotti di luci proiettate tutt’intorno nel ricordo della discesa agli Inferi di Enea , che incontra la silenziosa  Didone, e l’immagine sempre sfuggente  dei due amanti, cui fa eco la spendida  voce di Ginevra Di Marco. Lo spettacolo prosegue ricordando altri episodi di lotta  che Enea dovrà affrontare una volta arrivato in Lazio, fra cui, ultimo e fortemente suggestivo, il duello fra Turno ed Enea , con un Cauteruccio che rotea, come un Orlando impazzito, la sua fiammeggiante  spada di plexiglass, e  con un richiamo all’eterno destino di guerra e di sangue dell’umanità.

Ma, infine, è la musica,  parte  integrante dello spettacolo, a giocare il ruolo principale. Il gruppo di Litfiba,  con Marroccolo,  Aiazzi e Magnelli, maturato nel mestiere ma non certo invecchiato, ha riscritto il suo concerto-teatro, in sintonia con Cauteruccio e con la voce della Di Marco,  che dà risalto  alla parte più toccante dello spettacolo, nel silenzio dell’attore protagonista, come nel coro delle antiche tragedie.

Annamaria  Piccinini

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