L’emorragia delle piccole imprese lungo la via Emilia

Il crollo dell’artigianato nei dati elaborati dalla Cgia di Mestre: in otto anni persi oltre 16mila artigiani.

Crisi economica, cambio delle abitudini di consumo, predominanza della grande distribuzione: anche lungo la via Emilia questi fattori hanno strangolato piccole imprese e attività artigianali.

Dal 2009 a oggi l’Emilia Romagna ha perso 16.466 piccoli imprenditori, pari all’11,3% del totale. Erano 145mila, ora sono 128mila. Lo dicono i dati pubblicati dall’associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre che piazza il modello emiliano in fondo alla classifica tra le aree produttive del nord.

Perché nessun’altra zona negli ultimo otto anni ha visto chiudere in termini percentuali così tante piccole imprese. La Lombardia, ad esempio, è in calo del 7% e a livello nazionale il dato si ferma al 9,9%.

Un andamento che prosegue nell’anno in corso: finora il calo delle piccole ditte è dell’1,2%, altre 1.624 sparite, e anche qui la flessione è la più alta rispetto al resto del Nord-Est. Nello specifico, vanno scomparendo mestieri come autotrasportatore, falegname, edili e produttori di mobili mentre sopravvivono parrucchieri, estetisti, taxi, quelli che lavorano nel settore alimentare (gelaterie/pasticcerie/take away), i designer e i riparatori, manutentori e installatori di macchine.

A livello nazionale, negli ultimi 8 anni hanno chiuso quasi 158mila imprese attive tra botteghe artigiane e piccoli negozi di vicinato. Di queste, oltre 145mila operavano nell’artigianato e poco più di 12mila nel piccolo commercio. La Cgia stima che a seguito di queste chiusure abbiano perso il lavoro poco meno di 400mila addetti.

La crisi, il calo dei consumi, le tasse, la burocrazia, la mancanza di credito e l’impennata del costo degli affitti – denuncia il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeosono le principali cause che hanno costretto molti piccoli imprenditori ad abbassare definitivamente la saracinesca della propria bottega. Se, inoltre, teniamo conto che negli ultimi 15 anni le politiche commerciali della grande distribuzione si sono fatte sempre più mirate ed aggressive, per molti artigiani e piccoli negozianti non c’è stata via di scampo. L’unica soluzione è stata quella di gettare definitivamente la spugna”.

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