Cala – nel 2015 – la popolazione residente in Emilia-Romagna: non accadeva da vent’anni. Si tratta di un calo significativo anche se lieve, costituito da 3mila persone in meno, nemmeno l’uno per mille del totale. La prima battuta d’arresto alla crescita iniziata nel 1996.
Secondo i dati diffusi qualche giorno fa dall’Istat, al primo gennaio 2016 la conta dei residenti emiliano romagnoli si ferma a quota 4 milioni e 447mila, che significa 3mila e 500 persone in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Stando al sito della Regione, si può già parlare di “un cambiamento rilevante nella situazione storica che, dagli anni cinquanta in avanti, aveva sempre visto aumentare gli abitanti, salvo che nel periodo 1984-1989”.
Analizzando le serie storiche dell’Istat, anche nei primi anni ’90 si era registrata una leggera contrazione. Solo a partire dal 1996 la crescita è ripresa decisa. Un trend rimasto costante nel tempo (anche se il sito di statistica della Regione, che presenta dati diversi da quelli Istat, fotografa una contrazione già nel 2014), che sembra però subire ora una prima frenata. Secondo viale Aldo Moro il calo sarebbe da attribuire alla cosiddetta componente naturale, ormai negativa dalla metà degli anni settanta ma “per la prima volta non compensata dalla dinamica del saldo migratorio”. In altre parole, nel 2015 abbiamo assistito ad un’ulteriore contrazione delle natalità, che già nel quinquennio precedente erano calate di 5mila unità. E, soprattutto, ad un vero e proprio picco di mortalità: l’11% in più, che tradotto in valore assoluto restituisce curiosamente proprio 3mila e 400 decessi.
Sulle cause si procede ancora per ipotesi: dalla variabile strutturale all’”effetto rimbalzo che si ha dopo periodi di contrazione”. Nel 2013 e 2014, infatti, è stata riscontrata una diminuzione delle scomparse. Il calcolo che contrappone nascite a decessi è impietoso. Nel 2015, infatti, sono morte 16mila persone in più rispetto ai nuovi nati. L’Emilia-Romagna, comunque, è in buona compagnia. A livello nazionale la popolazione è calata di 140mila unità, solo Lombardia e Trentino hanno un saldo positivo e in alcune regioni come la Liguria si arriva all’8 per mille.