Firenze – Emergenza casa, c’è un punto su cui tutti sono d’accordo: la necessità che nel 2016 venga riaperto il bando delle case popolari. Infatti, dato che lo scorso bando si tenne nel 2012 e vide ben tremila domande, e dato che in questi 4 anni la situazione è andata a peggiorare, il nuovo bando rappresenta senz’altro una delle vie più immediate per cercare di dar sollievo almeno a una parte dei tanti che giacciono sotto l’emergenza abitativa. Se su questo non ci piove, i conti cominciano a non tornare quando si va all’applicazione della nuova legge, la 41/2015, conosciuta anche come “Legge Saccardi”. Fra i problemi più tecnici ma anche più ardui, come segnala il sindacato A.S.I.A (Usb), il problema del calcolo dell’Isee, requisito necessario per partecipare (se il calcolo rientra nel tetto previsto) al bando.
Ebbene, qui sta l’intoppo. Infatti, con le nuove regole non è affatto chiaro come si deve procedere per il calcolo del reddito equivalente in almeno tre casi, tutti degni della massima attenzione da parte del legislatore: i cosiddetti “nuclei conviventi”, vale a dire le famiglie che vivono tutte insieme per ragioni di economia, così da risultare un unico nucleo famigliare composto da mamma, babbo, nonni e nipoti, magari qualche fratello; le giovani coppie in fase di costituzione; le giovani coppie già costituite che vivono: lei, magari con figli, con i genitori, lui con i propri, di genitori. In tutti e tre i casi, la valutazione dell’Isee, passo fondamentale fra i requisiti per accedere alla lista delle case di edilizia pubblica, potrebbe risultare, con le leggi vigenti, molto diversa dallo stato di fatto. E impedire così ai suoi “titolari”, che pure si trovano in condizioni di reale emergenza, di rientrare nel bando Erp.
“In tutti e tre i casi – spiega il sindacato – la valutazione dell’Isee va fatta tenendo conto dei dati riportati sull’anagrafe. Nel primo caso, costituendo per l’anagrafe un solo nucleo famigliare (marito e moglie, nonni, nipoti …), come può l’ufficio cui spetta la valutazione tecnica, valutare l’Isee del nucleo che si vuole staccare? Nel secondo caso, il nucleo che si vuole costituire pensa magari di sposarsi fra un anno, ma per ora è in casa con i genitori, ognuno i suoi. Bisognerebbe, per valutarne la domanda, estrapolare i due redditi e stimarne uno per il nucleo nuovo che si andrà a costituire. Impossibile, almeno con le leggi attuali. Il caso si pone nello stesso modo anche per il terzo esempio, vale a dire, due coniugi, sposati, che magari per vicissitudini economiche negative hanno perso la casa in cui abitavano e sono tornati a vivere con i genitori, ognuno nel nucleo originario. Fattispecie che si ripete con una certa frequenza. Anche in questo caso la situazione è complicata: bisognerebbe conteggiare il nucleo formato da lui nella famiglia di lei … insomma operazioni pressoché impossibili. Ma soprattutto, che non danno il vero quadro della situazione”. Insomma il rischio è che il calcolo dell’Isee, “sovraccaricato” da nuclei compositi o temporaneamente accresciuti, non risponda al dato reale, sbarrando di fatto l’accesso al bando.
La soluzione? “Bisognerebbe che gli uffici si dotassero di un regolamento interno che prevedesse un facsimile dei due Isee dei componenti della coppia, magari con una liberatoria che consentisse di accedere ai conti bancari. Ma si tratta di una soluzione inapplicabile, pensate che una liberatoria di questo genere non ce l’ha neanche l’Agenzia delle Entrate”. L’unica possibilità, si augura il sindacato, “è che si cambino le regole”.