Firenze – Va avanti la battaglia contro la nuova legge elettorale toscana. È compatta più che mai la compagine trasversale che unisce le opposizioni del Pegaso contro il “superpartito PD-Forza Italia”, padre della “legge-inciucio” firmata lo scorso 11 settembre. Scaldati i muscoli, all’indomani dell’approvazione, con il grido all’incostituzionalità del listino “bloccato” di alcuni candidati regionali, la manovra d’attacco di Ncd-Udc-Sel-Democrazia Diretta e Rifondazione Comunista si veste ora di ufficialità e arriva a Palazzo Chigi in carta bollata. Forti dell’impugnazione della legge elettorale della Regione Calabria attuata dal governo in merito alle troppo alte soglie di sbarramento, i consiglieri toscani chiedono pari dignità e pari attenzione per quei rilievi di illegittimità e incostituzionalità più volte sollevati. “Nella nuova legge elettorale toscana – si legge nella lettera inviata a Renzi e al ministro Alfano – il carattere facoltativo del listino bloccato aggrava la condizione di diseguaglianza sia del voto espresso dagli elettori, sia della posizione dei candidati, tra i quali solo alcuni dovranno assumersi gli oneri di una competizione elettorale con le preferenze”. Secco no a evidenti favoritismi, quindi, contenuti in una legge che “ha tutti i requisiti per essere impugnata”.
“Le leggi elettorali non possono continuare ad essere il vestito di Arlecchino – ha dichiarato Magnolfi (Ncd) – la Costituzione deve essere uguale per tutti e non interpretata liberamente da alcuni”.
Non è tutto. Contestualmente all’appello contro le storture della legge n.51, i consiglieri hanno assunto anche un’iniziativa legislativa sul Collegio di Garanzia Statutaria della Regione, “affinché venga liberato dall’inquinamento della politica”. Sono due le proposte di legge che mirano a rivedere i criteri di elezione e a fissare “rigidi principi di incompatibilità rispetto ai componenti del Collegio”, oltre che l’obbligo di astensione al voto in caso di conflitto di interessi. “Vogliamo rendere l’organo indipendente e autonomo da infiltrazioni di carattere politico”. Come ottenere un nuovo profilo super partes dei componenti’ “Intanto stabilendo che un dirigente del collegio non sia collegato ad alcun partito – ha detto Del Carlo (Udc) – poi fissando regole precise sull’incompatibilità in occasione del voto”.
“Quanto è successo è gravissimo – ha tuonato Monica Sgherri – ed è la prima volta che i garanti si sono spaccati sul parere. Siamo convinti del conflitto d’interessi; del resto non ci è pervenuta alcuna smentita in merito, quindi ci risulta possibile che uno dei membri sia il futuro candidato del listino di Forza Italia”. Insomma, l’arbitro del gioco è diventato un concorrente, papabile all’elezione nel listino secondo criteri fissati da una legge da lui stesso firmata?
“Si, una vergogna sommata a vergogna – chiude Marcheschi, che ribadisce – i requisiti per continuare la battaglia iniziata con gli 8000 emendamenti ci sono tutti”.